Dodi Battaglia, Roby Facchinetti and Stefano D’Orazio (Pooh) – Signed Artwork created by Gabriele Salvatore

Status: In stock

Pop style artwork by artist Gabriele Salvatore made using mixed technique on digital basis, hand refined and then printed on cardboard. The artwork is made unique by the subject’s original signatures: Dodi Battaglia, Roby Facchinetti and Stefano D’Orazio.

Author: Gabriele Salvatore

Dimensions: 21 Cm x 29,7 Cm (Appr.)

Date and Place of Signing (Dodi Battaglia): November 20, 2021 in Torricella Peligna, CH (Italy)
Date and Place of Signing (Roby Facchinetti): August 22, 2021 in Rivisondoli, AQ (Italy)
Date and Place of Signing (Stefano D’Orazio): September 2020 in Rome, RM (Italy)

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$150,00

Description

DODI BATTAGLIA BIOGRAFIA:
Dodi Battaglia, all’anagrafe Donato Battaglia (Bologna, 1º giugno 1951), è un chitarrista, cantautore e compositore italiano. Chitarrista e cantante dei Pooh dal 1968, è autore di oltre 140 brani pubblicati, dei quali più di 70 sono stati composti per il gruppo e vanta numerosi e prestigiosi riconoscimenti, tra cui il titolo di “miglior chitarrista europeo” conferito dal giornale tedesco “Die Zeitung” nel 1981 e da parte della rivista “Der Spiegel” nel 1986.
Carriera
Origini
Donato Battaglia, in arte Dodi, nasce il 1º giugno del 1951 a Bologna, nel quartiere Mazzini, in una famiglia di musicisti: il nonno infatti suonava il mandolino e il pianoforte, lo zio la chitarra e il padre il violino. All’età di 5 anni inizia a studiare la fisarmonica frequentando una scuola di musica fino all’età di 12 anni. Successivamente passa allo studio della chitarra. Grazie all’apprendimento iniziale, che gli dà la base per sviluppare la sua sensibilità di musicista, a poche ore dall’acquisto, il piccolo Donato già strimpella le sei corde. Cominciando a frequentare i ritrovi musicali di Bologna, ha modo di entrare a far parte di alcuni complessi: tra questi, “I Rigidi”, i “Meteors” (band spalla di Gianni Morandi) e “I Judas”, complesso alternativo bolognese, rivale cittadino dei futuri Pooh quando alle origini ancora si chiamavano “The Jaguars”.
La militanza nei Pooh
Grazie al cantante dei “Rigidi” Enrico Marescotti che lo segnala al paroliere dei “Pooh” Valerio Negrini, nel 1968 dopo le dimissioni del chitarrista Mauro Bertoli, a Dodi è proposto di entrare nella formazione dei Pooh. Allora diciassettenne, con grande soddisfazione si ritrova a gustare il successo di Piccola Katy subito dopo la pubblicazione del disco. Il periodo di prova con i Pooh dura in tutto una settimana, a casa di Riccardo Fogli, appena in tempo per registrare le parti vocali di Buonanotte Penny, singolo del 1968. Nel successivo album Memorie non canterà neanche un brano.
È il secondo autore delle musiche del complesso per quantità, ed è la voce principale dei primi grandi successi come Tanta voglia di lei (1971), Noi due nel mondo e nell’anima (1972) e Infiniti noi (1973). In seguito, sotto la direzione artistica di Giancarlo Lucariello, a causa del coordinamento di quest’ultimo nasce il dualismo con Riccardo Fogli, che nel 1972 lascia la band per tentare l’avventura solista. Per la prima volta nella storia dei Pooh, dall’album Alessandra, l’autore delle musiche non è solo Roby Facchinetti; infatti Dodi firma le musiche e canta Via lei, via io, Io in una storia. Nel 1973 compone al pianoforte la melodia di Lei e lei, cantata poi da Roby, e La locanda. La sua voce è ancora quella prescelta dal produttore Giancarlo Lucariello per rappresentare il complesso nei 45 giri di Io e te per altri giorni e Infiniti noi, oltre che nella suite di Parsifal, dove esalta le sue consistenti potenzialità tecniche da chitarrista. Le sue doti tecniche si apprezzano oltreché in molti brani strumentali della band (come La gabbia, Fantastic Fly, Viva etc), nelle varie suite, anche in ‘semplici’ canzoni dove l’intervento della sua chitarra non passa certamente inosservato. Negli anni successivi firma brani come Orient Express, Wild Track (l’unico brano composto direttamente in inglese dai Pooh), Peter Jr. (con testo di Stefano D’Orazio). Come interprete vocale viene affiancato dal 1976 da Roby Facchinetti, che oltre a scrivere la maggior parte delle canzoni del complesso, decide d’interpretare i singoli di maggior successo.
Nel 1977 compone In diretta nel vento, che strizza l’occhio alla nascita delle prime radio libere, con la storia di un D. J. fotografato in una delle tante serate passate a metter su dischi e rispondere al telefono. Dodi scrive la melodia di Ci penserò domani, del 1978, interpretata da Roby e nel 1979, per l’album Viva scrive il brano Una donna normale.
Da Canterò per te a Dov’è andata la musica
Per la prima volta dal 1966 un singolo dei Pooh non è musicato da Roby Facchinetti: si tratta del singolo Canterò per te, del 1980, dell’album …Stop. Nel 1981 durante il tour invernale di Buona fortuna, il giornale tedesco Die Zeitung assegna a Dodi il premio come miglior chitarrista europeo. Nella primavera del 1985 pubblica il suo LP da solista Più in alto che c’è, dedicato ai figli Sara, Serena e Daniele. Vasco Rossi è autore del testo della canzone che dà il titolo all’album. Nel 1986 la rivista tedesca Stern assegna a Dodi il premio come miglior chitarrista europeo; nello stesso anno anche la critica italiana gli conferisce il premio come miglior chitarrista italiano. Nello stesso anno, come anche gli altri Pooh, è nominato Cavaliere della Repubblica dall’allora presidente Francesco Cossiga. Nel 1988 e nel 1989 la critica italiana conferisce a Dodi il premio come “miglior chitarrista italiano”. Nel 1989, a Cortina forma insieme a Zucchero Fornaciari, Maurizio Vandelli, Fio Zanotti, Michele Torpedine e Umberto Maggi il complesso Adelmo e i suoi Sorapis. Nell’album Uomini soli, dopo il successo sanremese, Dodi scrive e interpreta L’altra donna, uno dei brani più famosi del gruppo. Nel corso degli anni novanta, nonostante il suo ruolo di autore delle musiche prenda sempre più piede, sembra essere messo leggermente in disparte e i brani passati in radio sono spesso scelti fra quelli scritti da Roby Facchinetti e Red Canzian. Nel 1993 i Sorapis, gruppo formato da Zucchero, Dodi Battaglia, Maurizio Vandelli dell’Equipe 84, il produttore Fiorenzo Zanotti, il responsabile del Festival di Sanremo nonché allora manager di Zucchero Michele Torpedine e il bassista dei Nomadi Umberto Maggi, pubblicano l’album Walzer d’un Blues, promosso con un mini-tour mondiale di una decina di date da Milano a Gerusalemme; l’ultima apparizione pubblica dei Sorapis risale al Festival di Sanremo 2009, in accompagnamento a Irene Fornaciari. Il 23 aprile 2003, dopo due anni di lavorazione, esce D’assolo, il suo secondo disco solista, uno strumentale acustico. Contiene brani inediti dal sapore multi-etnico mediterraneo composti e arrangiati dallo stesso musicista, con melodie pop e internazionali, intarsiate da virtuosismi. Nel brano Nordinfesta partecipano Maurizio Solieri, chitarrista di Vasco Rossi, e Franco Mussida (PFM), coi quali ha costituito a fine anni novanta l’ensemble Le chitarre d’Italia. Nel 2004 partecipa al 47º Zecchino d’Oro con il brano “Il pianeta Grabov”. Nel 2009 pubblica il suo metodo per chitarra Dodi Battaglia, in cui viene spiegato nei dettagli il suo modo d’intendere la musica e di comunicare con una chitarra. Nel 2010 partecipa al Festival di Sanremo supportando i Sonohra. Il 7 aprile 2015, esce Dov’è andata la musica, il terzo album, scritto e suonato in coppia con il chitarrista australiano Tommy Emmanuel, considerato uno dei maggiori virtuosi della chitarra acustica. Questo è il primo album i cui testi sono stati scritti da Battaglia dopo la morte di Valerio Negrini, storico paroliere dei Pooh e contiene brani inediti e brani di Tommy Emmanuel già pubblicati in altri suoi album. Tra i brani dell’album, c’è uno strumentale dedicato per l’appunto a Valerio Negrini. Nel 2016, per il festeggiamento del cinquantennale dei Pooh (e il definitivo scioglimento della band) scrive la musica dell’inedito Le cose che vorrei, presente sull’album live Pooh 50 – L’ultima notte insieme, estratto dal concerto allo Stadio San Siro tenutosi venerdì 10 e sabato 11 giugno 2016. Nel 2020 collabora con Annalisa Minetti e Mario Biondi al progetto Nemico invisibile di cui il 20 aprile viene pubblicato il singolo Il nostro tempo; il ricavato viene devoluto ad Auser, associazione che, anche durante la pandemia di COVID-19 del 2019-2021 porta avanti iniziative di sostegno per le persone più fragili, sole e anziane. Nel 2021 prende parte all’album Dare di Mario Biondi interpretando il brano Show Some Compassion insieme a Mario Biondi e ad altri artisti quali Chuck Rolando, Annalisa Minetti, Enzo Avitabile, Sarah Jane Morris, Jeff Cascaro, Alain Clarke, Paulo Gonzo, Luna, Omar e Nick The Nightfly.
ROBY FACCHINETTI BIOGRAFIA:
Roby Facchinetti, all’anagrafe Camillo Lorenzo Ferdinando Facchinetti (Bergamo, 1º maggio 1944), è un cantautore, compositore e tastierista italiano, noto principalmente per essere stato il tastierista dei Pooh. Entrato nel gruppo dopo pochi mesi dalla sua fondazione, sostituendo il tastierista inglese Bob Gillot, con il gruppo ha firmato alcuni dei più grandi successi discografici italiani come Piccola Katy (1968), Tanta voglia di lei e Pensiero (1971), Noi due nel mondo e nell’anima (1972), Parsifal (1973), Dammi solo un minuto (1977), Chi fermerà la musica (1981), Uomini soli (1990), La donna del mio amico (1996), Dimmi di sì (1999) e Dove comincia il sole (2010).
Carriera
Esordi
Il suo primo gruppo, “I Monelli”, vede la luce nel 1958; il complesso si esibisce nelle balere della provincia. Dopo una lunga gavetta, il gruppo si esibisce al Grand Hotel di Rimini. In seguito, Facchinetti incontra Paolo Bacilieri, cantante e gestore de “La Stalla”, un rinomato locale di Riccione. Il risultato dell’audizione è l’ingaggio della durata di venti giorni nel locale; è questo l’inizio di una collaborazione poi rinnovata per tutta la stagione grazie al successo e ai consensi ottenuti. Passato nel 1964 al gruppo Pierfilippi e Les Copains, Roby gira l’Italia, fin quando una sera allo ‘Sporting Club’ di Bologna, agli inizi del 1966, il gruppo suona insieme ai Pooh. Al termine dell’esibizione, a Roby viene proposto di unirsi a tale gruppo per sostituire Bob Gillot. Accetta, con la benedizione del suo vecchio gruppo che lo incita ad una tale decisione.
Pooh
Nel 1966 i Pooh sono ancora un gruppo “beat” che ha da poco cambiato gli assetti, dopo i primi cinque anni dilettantistici col nome ‘Jaguars’, quando il giovane Facchinetti nel maggio di quell’anno fa il suo ingresso nel gruppo. Assume in fretta un ruolo preponderante nel complesso: diventa subito il compositore della maggior parte dei pezzi, è per esempio della coppia “Facchinetti-Negrini” il primo dei brani non cover del gruppo, si tratta di Brennero ’66, canzone portata con scarso successo al “Festival delle Rose” del 1966 (oltre ad esserne l’autore, Roby ne è anche l’interprete). Il brano è censurato dalla Rai, viene anche intimato al gruppo di cambiar titolo e modificare il testo, pena l’estromissione dal concorso. Diventa così “Le campane del silenzio”, in un’esibizione radiofonica disturbata da problemi tecnici che non ne permettono l’ascolto: la canzone si classifica all’ultimo posto. Fino al 1971 la composizione musicale passa tutta per le sue mani, anche se le voci soliste sono soprattutto di Riccardo Fogli e Dodi Battaglia. Roby si toglie la soddisfazione di cantare, in coppia con Negrini, in La fata della luna del 1969 già pubblicata l’anno precedente, come La leggenda della Luna, nel disco Contrasto (in quella circostanza cantata solamente da Roby). Si riconosce la voce di Facchinetti in altri brani del periodo degli anni sessanta come Per quelli come noi, Il cane d’oro, Mr. Jack e altri ancora. Nel primo album pubblicato dai Pooh con la nuova casa discografica CBS, nel 1971, Roby è l’unico autore delle musiche e si limita a cantare una delle strofe finali del brano Opera prima. Con i testi di Valerio Negrini compone Tanta voglia di lei, Pensiero, Noi due nel mondo e nell’anima, Nascerò con te, Quando una lei va via, Io e te per altri giorni, Infiniti noi, Parsifal. Dal 1972, con l’uscita di Alessandra (album e canzone dedicati alla neonata bimba di casa Facchinetti) anche Dodi Battaglia comincia a proporsi come autore delle musiche. Pur cantando nel singolo Cosa si può dire di te, in Mio padre, una sera, e alternandosi con Dodi in La nostra età difficile la voce di Roby è ancora in secondo piano, sovrastata da quella Riccardo e poi di Dodi. Nell’album Parsifal, che consacra la formazione storicamente più stabile del gruppo, Roby si ritaglia alcune parti vocali in Lei e lei (scritta però da Dodi Battaglia), L’anno, il posto, l’ora e Solo cari ricordi, alternandosi con Dodi e Red nel cantato delle ultime due. Inoltre, in questo album comincia a manifestare anche abilità compositiva di brani strumentali, chiaramente evidenti nel brano “Parsifal” e confermante negli anni a venire in altri come “Il tempo, una donna, la città”, “Padre del fuoco, padre del tuono, padre del nulla”, “Il ragazzo del cielo”, “Viva”, “Grandi speranze”, “Il giorno prima”, “Puoi sentirmi ancora” e “Dove comincia il sole”. Con l’uscita del singolo “Per te qualcosa ancora”, la voce principale del gruppo diventa Roby, che interpreta successivamente i brani di maggior successo del decennio, partendo da “Linda”, “Pierre”, “Dammi solo un minuto”, “Cercami” (in coppia con Dodi) e “Ci penserò domani”. Negli anni settanta, la coppia Facchinetti-Negrini continua a costituire il pilastro creativo, ma il ruolo di Roby come compositore viene affiancato da quello di Red Canzian e Dodi Battaglia (parallelamente, i testi delle canzoni iniziano ad esser affidati con maggior frequenza non solo a Valerio Negrini, ma anche a Stefano D’Orazio). Nel 1984 esce “Roby Facchinetti”, album solista inciso con musicisti inglesi e l’orchestra sinfonica di Monaco) e nel 1993 “Fai col cuore”, il secondo album solista registrato con un’orchestra sinfonica, più introspettivo rispetto al precedente. Il suo ruolo di leader vocale continua per tutti gli anni ottanta e si conferma in occasione della vittoria sanremese del 1990, dove a Roby viene affidata una parte importante del pezzo Uomini soli. Nel 1991 scrive due brani per Marcella Bella. Partecipa alla 57ª edizione del festival di Sanremo, al fianco del figlio Francesco, con il brano “Vivere normale”, centrata sul tema dell’amore e del rapporto filiale. Dopo la prima esibizione, però, i due vengono aspramente criticati dall’esperto Mario Luzzatto Fegiz in occasione del dopo-festival. Nonostante tutto i due si classificano all’ottavo posto. Pubblica il terzo album da solista nel 2014: intitolato Ma che vita la mia contiene anche un duetto con il soprano torinese Valeria Caponnetto Delleani (figlia di Silvana Aliotta) nella canzone Poeta, dedicata a Valerio Negrini. Il 27 marzo l’album debutta al primo posto della classifica dei più venduti in Italia.
Dopo i Pooh
Il 3 novembre 2017 è uscito il suo nuovo cd realizzato in coppia con Riccardo Fogli. Il titolo è Insieme. Nel 2018 partecipa al Festival di Sanremo in coppia con Riccardo Fogli, con il brano Il segreto del tempo (musica di Roby Facchinetti, testo di Pacifico), piazzandosi in finale al 18º posto. Nel marzo 2020, durante l’epidemia di COVID-19 in Italia, scrive il brano Rinascerò, Rinascerai, con le parole del collega Stefano D’Orazio. La canzone, arrangiata da Danilo Ballo, in pochi giorni viene messa a disposizione sulle piattaforme digitali. Tanto SIAE quanto Sony Music devolveranno tutti i diritti in favore dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Questo brano è inoltre il primo singolo del triplo album Inseguendo la mia musica. Nel settembre 2020 pubblica il brano Fammi volare, sempre con le parole del collega Stefano D’Orazio, come secondo singolo dell’album, la cui pubblicazione è avvenuta il 25 settembre. Nel 2020 partecipa nel film Un figlio di nome Erasmus, dove interpreta sé stesso cantando il brano Pensiero.
STEFANO D’ORAZIO BIOGRAFIA:
Stefano D’Orazio (Roma, 12 settembre 1948 – Roma, 6 novembre 2020) è stato un batterista, paroliere, cantante e regista italiano. Batteria, voce e flauto traverso dei Pooh dal 1971 al 2009, poi nel 2015 e 2016, in occasione della réunion per il cinquantennale, è stato un autore di parte dei testi delle canzoni del gruppo, del quale in seguito è divenuto anche responsabile manageriale.
Gli esordi
Nato e cresciuto nel quartiere romano di Monteverde, inizia a suonare la batteria, acquistata di seconda mano, con Elvira Valdevit e sin dagli anni del liceo con il proprio primo gruppo chiamato The Kings, dal nome del complesso dal quale acquistò la batteria, di ispirazione beat. La band cambia poco dopo il nome in The Sunshines e inizia a esibirsi in un locale della periferia romana, suonando unicamente pezzi strumentali degli Shadows, in quanto non avevano i mezzi per procurarsi un impianto voci; con questo gruppo, inoltre, Stefano esordì come paroliere, scrivendo il testo di Ballano male. Terminata questa iniziale esperienza, D’Orazio si arrangiò facendo, per un breve periodo, da colonna sonora allo spettacolo underground per percussioni e voci “Osram” di Carmelo Bene e Cosimo Cinieri, organizzato nel locale “Beat ’72”. Successivamente entra nel gruppo Italo e il suo complesso, poi rinominato I Naufraghi. Anche quell’esperienza fu di breve durata cosicché aprì a Roma due “Cantine Club”, locali all’interno dei quali si esibivano i gruppi inglesi reduci dal “Piper”. A tale attività associò quella di turnista presso la RCA, potendo così pagare parte delle cambiali e l’acquisto della batteria Ludwig. Per autofinanziarsi e non pesare sul bilancio familiare D’Orazio fece la comparsa in vari film a Cinecittà grazie all’intercessione dell’attore Marcello di Falco: Rita la figlia americana; in Capriccio all’italiana, nell’episodio Il mostro della domenica, recitò letteralmente ai piedi di Totò; Bill il taciturno, Django spara per primo, Due croci a Danger Pass, Little Rita nel Far West, L’età del malessere, Pronto… c’è una certa Giuliana per te, Per 100.000 dollari t’ammazzo. Successivamente fa parte prima dei The Planets, poi del gruppo Pataxo and the Others e infine de Il Punto, con il quale collabora alla colonna sonora del film Ettore lo fusto, da cui viene estratto un 45 giri.
Pooh
L’8 settembre 1971 entra a far parte dei Pooh, in seguito all’uscita di Valerio Negrini (che da lì in poi si occupò solamente della scrittura dei testi delle canzoni). La band già conosceva il batterista romano e nonostante le ritrosie del produttore Giancarlo Lucariello, lo accolse; dopo una settimana di prove al Vun Vun di Roma, dal successivo 20 settembre esordisce con una serie di serate di rodaggio in Sardegna. La prima canzone interpretata da solista nei concerti dal vivo è stata Tutto alle tre, ereditata dal suo predecessore Negrini. Dal 1975 si affianca a Valerio Negrini come paroliere, in quanto firma il testo di Eleonora mia madre, inclusa nell’lp Un po’ del nostro tempo migliore e, nel successivo Forse ancora poesia, firma il testo di Peter jr. Nel 1976, con il brano Fare, sfare, dire, indovinare, incluso nell’album Poohlover (il primo prodotto dopo la collaborazione con Lucariello) approdò alla prima esperienza come cantante solista su disco; nei precedenti dischi non aveva parti soliste ma cantava nelle parti corali, utilizzando spesso il falsetto nell’armonizzazione a quattro voci dei brani. Per questo album oltre a scrivere il testo della canzone sopra citata, scrive anche Storia di una lacrima. L’anno successivo scrive il testo di Che ne fai di te, inclusa nell’album Rotolando respirando, mentre l’anno seguente scrive i testi delle canzoni Pronto, buongiorno è la sveglia e La leggenda di Mautoa, entrambe incluse nell’album Boomerang; nel 1979 scrive i testi delle canzoni Rubiamo un’isola e Così ti vorrei, per l’album Viva, poi nel successivo album Stop scrive i testi di Numero uno e Aria di mezzanotte. A partire dal 1981, con Buona fortuna, da lui scritta per l’omonimo album insieme a Lascia che sia, propone agli altri membri dei Pooh di cantare in ogni disco almeno un pezzo a quattro voci alternate; in questo modo s’interrompe il consolidato uso di lasciare le parti vocali soliste al duo Facchinetti-Battaglia; di conseguenza, l’anno successivo è la volta di Anni senza fiato, lato b del singolo omonimo. D’Orazio cura anche parte dell’area manageriale dei Pooh, e nel 1983 fonda l’etichetta First. Quello stesso anno interpreta, sempre con gli altri tre, il brano Tropico del nord, da lui scritta insieme a Lettera da Berlino Est, contenuta nell’album omonimo; inoltre lo stesso anno interpreta la cover Happy Christmas (War is Over), sempre con gli altri tre. L’anno successivo interpreta La mia donna e Il giorno prima, entrambe inserite nell’album Aloha ed entrambe cantate a quattro voci alternate; inoltre per lo stesso album scrive i testi di Stella del sud e Canzone per Lilli. Nel 1985 scrive e interpreta il brano Se c’è un posto nel tuo cuore, incluso nell’album Asia non Asia, che rimarrà negli anni la canzone più significativa di questo disco e che viene puntualmente riproposta live: si tratta della prima canzone dei Pooh, tra quelle registrate in studio, interpretata interamente da Stefano. Questo brano venne utilizzato anche come sigla de Il processo del lunedì; inoltre in quello stesso album interpreta Per noi che partiamo, della quale scrive anche il testo, e Per chi merita di più, entrambe cantate a quattro voci alternate. L’anno successivo, nell’album del ventennale, Giorni infiniti, scrive i testi di Amore e dintorni e Goodbye, brano che i Pooh interpretano a quattro voci alternate; sul finire dell’anno viene pubblicata la canzone Forse Natale, interpretata a quattro voci alternate, della quale scrive il testo. La canzone, per la verità, era stata registrata nel dicembre 1985, a Sidney, nel corso del tour promozionale dell’album Asia non Asia, ma i Pooh decisero di tenerla nascosta per otto mesi. Nell’album Il colore dei pensieri del 1987, interpreta la canzone Tu dov’eri, insieme agli altri tre, ed il brano Non sei lei, e scrive i testi di Io sto con te e Siamo ancora sulla strada, mentre nel 1988, nell’album Oasi, interpreta il brano Io da solo, con gli altri tre, e inoltre scrive e interpreta la canzone autobiografica La ragazza con gli occhi di sole; a partire da questo album, in ogni successivo lavoro ci sarà almeno una canzone interpretata interamente da lui; inoltre per questo album scrive il testo di Che vuoi che sia. Due anni dopo interpreta le canzoni Uomini soli, Donne italiane e Tu vivrai, con gli altri tre, e interamente la canzone Giulia si sposa (scritta da Negrini e Facchinetti), contenute nell’album Uomini soli; inoltre per lo stesso album scrive i testi di Napoli per noi e Non solo musica. Due anni dopo interpreta le canzoni Il cielo è blu sopra le nuvole e In Italia si può, insieme agli altri componenti, scrive il testo e interpreta da solista (su musica di Dodi Battaglia) 50 primavere, dedicata alle nozze d’oro dei genitori, contenute nell’album Il cielo è blu sopra le nuvole, per il quale scrive anche i testi di Stare senza di te e La donna infinita. Nell’album successivo, Musicadentro, pubblicato nel 1994, scrive e interpreta A cent’anni non si sbaglia più, inoltre scrive il testo di Senza musica e senza parole e di E non serve che sia Natale che interpreta con gli altri tre. L’anno seguente viene pubblicato l’unico brano della storia del gruppo scritto da tutti e quattro i componenti: si tratta dell’inedito Buonanotte ai suonatori, del quale D’Orazio scrive il testo e realizza l’interpretazione insieme con gli altri: il brano è contenuto nel live omonimo. La canzone, per la verità, era stata registrata nel 1987, a Zurigo, nel corso del tour promozionale dell’album Il colore dei pensieri, ma fino ad allora non era mai stata pubblicata. Nell’album del trentennale, Amici per sempre, (1996), interpreta, insieme agli altri tre, sia la canzone che dà il titolo all’album (a Stefano toccano i primi due versi della frase di passaggio dalla terza strofa al secondo ritornello) sia C’è bisogno di un piccolo aiuto, da lui stesso scritta. Preparando l’album Stefano inizialmente propone, su musica di Roby, un testo dal titolo Chissà se c’è un prato là dove sei adesso, dedicato alla memoria di suo padre, da poco scomparso, e che ovviamente avrebbe dovuto interpretare; ma gli altri componenti preferiscono non trattare il tema della morte quindi, oltre a stravolgere completamente il testo, diventato Innamorati sempre, innamorati mai, interpreta un’altra canzone, Le donne mi hanno detto (scritta da Valerio Negrini e Roby Facchinetti); sempre per il medesimo album scrive inoltre i testi dei brani La donna del mio amico, che fu il brano di maggior successo del disco, e Cercando di te. Nel 1997 scrive il testo e interpreta la canzone Brava la vita, contenuta nella raccolta The Best of Pooh, insieme agli altri componenti del gruppo. Nel 1998 i Pooh pubblicarono un album in cui riarrangiarono e reinterpretarono le loro canzoni delle origini, dal titolo Un minuto prima dell’alba, che altro non era che il primo cd del cofanetto celebrativo Poohbook; in questo album Stefano interpretò la canzone La solita storia, originariamente interpretata da Negrini, e che era contenuta nel loro album d’esordio Per quelli come noi del 1966; l’anno successivo Stefano interpreta le canzoni Se balla da sola e 20.000 leghe sopra i cieli (della quale scrive anche il testo), insieme agli altri tre e scrive e interpreta la canzone pop-dance Dimmi di si, che è tuttora la canzone di maggior successo dell’album Un posto felice; inoltre per il medesimo album scrive i testi di Mi manchi, Quando lui ti chiederà di me, Io ti aspetterò e Eravamo ragazzi. L’anno successivo ha l’onore di aprire l’album Cento di queste vite, con la canzone Un grande amore (scritta da Valerio Negrini e Roby Facchinetti), ancora un brano pop-dance, che nel testo e nella melodia è l’ideale seguito della precedente Dimmi di sì; inoltre interpreta la canzone I respiri del mondo, insieme agli altri membri del gruppo; per il medesimo album scrive poi i testi di Non dimenticarti di me, Stai con me, Ti sposerei domani, Io ti vorrei di più, Buona fortuna e buon viaggio e L’altra faccia dell’amore. Nel 2001 scrive il testo della canzone E arrivi tu, contenuta nella raccolta Best of the Best. Scrive poi la maggior parte dei testi del musical Pinocchio del gruppo, nel cui concept-album interpreta le canzoni Gatto & Volpe S.p.A. (in coppia con Red), Che tempi bui (in coppia con Dodi), delle quali scrive anche i testi, e Galleggiando; inoltre scrive i testi di Vita, Il paese dei balocchi, Voglio andare via e Un vero amico. Due anni dopo, nell’album Ascolta, interpreta ben quattro brani: Capita quando capita, insieme agli altri, e, per l’unica volta nella discografia del gruppo, interpreta interamente due brani: Per dimenticare te e Dove sono gli altri tre, oltre a interpretare i finali dei ritornelli di La donna di cuori (canzone cantata all’unisono); per questo album, oltre a Capita quando capita, La donna di cuori e Dove sono gli altri tre, scrive anche i testi di Vivi, Cosa sarà di noi, Io e te e 335 – La posta del cuore. L’anno successivo, nella raccolta La grande festa, scrive il testo e interpreta la canzone Destini, con gli altri componenti del gruppo, mentre nel 2006 interpreta il ritornello finale della canzone L’amore costa, uno dei due inediti inseriti nei due live Noi con voi e Noi con voi – Versione integrale, rispettivamente del 2006 e 2007. La sua ultima canzone cantata interamente da solo risale all’album di “cover” Beat ReGeneration del 2008, nel quale interpreta la canzone Un ragazzo di strada (canzone già cantata dai Brogues, col titolo I Ain’t No Miracle Worker, poi cantata da I Corvi), la canzone Gioco di bimba, con gli altri componenti del gruppo. Il 30 settembre 2009 D’Orazio lascia i Pooh, dopo un tour di 38 date conclusosi a Milano e dopo un’ultima canzone inedita cantata a quattro voci, Ancora una notte insieme, contenuta nella raccolta omonima. Nel 2015 rientra nel gruppo per la commemorazione del cinquantennale, in occasione del quale scrive gli ultimi suoi tre testi per il gruppo: Tante storie fa, Le cose che vorrei, Ancora una canzone, che sono anche le uniche canzoni di tutta la discografia del gruppo (se si esclude la canzone I cinque orsacchiotti, registrata nel 1966, ma esclusa dall’album Per quelli come noi) interpretate a cinque voci alternate (visto che oltre a lui, è rientrato nel gruppo anche Riccardo Fogli).
Progetti solisti
Nel 1975 ingaggiato dal suo ex produttore Giancarlo Lucariello, è autore di tutte le 11 tracce del disco di esordio di Alice La mia poca grande età. Nel 1977 insieme a Dodi Battaglia, Roby Facchinetti e al suo predecessore Valerio Negrini dà vita al gruppo Mediterraneo System che incide un solo 45 giri. Nel 1978 sempre per Alice firma tre canzoni per il suo secondo album Cosa resta… un fiore. Con la fondazione dell’etichetta First nel 1983, inizia a occuparsi di progetti collaterali ai Pooh. Produce il primo Lp solista di Roby Facchinetti, scrivendo inoltre il testo di Din Din Din, interpretato dallo stesso Facchinetti insieme alla figlia dodicenne Alessandra. In seguito produce i dischi di Roberta Voltolini e di Lena Biolcati, per lungo tempo sua compagna. Nel 1986 scrive il testo della canzone Grande grande amore per Lena Biolcati, con il quale vince il Festival di Sanremo nella sezione Nuove Proposte. Dopo Il musical Pinocchio dei Pooh, collabora con Lena Biolcati sia nella realizzazione dei testi dei musical di Manuel Frattini, sia nella gestione di una scuola di musica. In seguito alla fuoriuscita dai Pooh decide di dedicarsi alla scrittura dei musical. Nel febbraio 2010 annuncia l’uscita di Aladin, musical da lui scritto e per il quale i suoi tre ex colleghi (Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian) compongono le musiche; lo spettacolo debutta il 7 Agosto al Teatro La Versiliana di Pietrasanta e rimane in scena per i teatri di tutta Italia, con oltre 200 repliche sold out che valgono il biglietto d’oro come campione d’incassi della stagione 2010-2011. Dal 27 marzo al 29 maggio 2010 è giudice nella terza edizione del programma Ti lascio una canzone, presentato da Antonella Clerici. Sempre nel 2010 scrive i testi italiani del musical Mamma Mia su richiesta degli ABBA; lo spettacolo esordisce al Teatro Nazionale di Milano ed anche questo, come il precedente, rimane in scena per due anni tra Milano e Roma. Nell’ottobre 2010, Il musical Pinocchio di Saverio Marconi, di cui D’Orazio scrive i testi con Valerio Negrini, viene messo in scena a Broadway e poi al Danny Kaye Theatre, dopo 460 repliche in sette anni di programmazione. Per il suo impegno artistico e i suoi 40 anni di carriera, nel 2011 gli viene dedicata una statua al Museo delle cere di Roma. Nel dicembre 2011 lavora su W Zorro, con le musiche di Roby Facchinetti, che esordisce al Teatro Sistina di Roma ed è portato in tournée nella stagione teatrale 2012/2013. A novembre 2012 pubblica il libro autobiografico Confesso che ho stonato – Una vita da Pooh (Feltrinelli/Kowalsky). Nell’estate 2013 affianca nuovamente Saverio Marconi, in questo caso nella scrittura del musical Cercasi Cenerentola, rivisitazione in chiave moderna della nota favola scritta dai Fratelli Grimm; lo spettacolo ha come protagonisti Paolo Ruffini e Manuel Frattini, le musiche composte da Stefano Cenci; lo spettacolo debutta agli inizi del 2014 al Teatro Brancaccio di Roma ed è portato in tournée nella stagione teatrale 2014/2015. Nel 2017 scrive i testi delle canzoni Inseguendo la mia vita e Arianna per l’album Insieme, di Roby Facchinetti e Riccardo Fogli. A settembre 2018 pubblica il suo secondo libro Non mi sposerò mai – Come organizzare il matrimonio perfetto senza avere alcuna voglia di sposarsi (Baldini+Castoldi). Ad aprile 2019 riprende in mano un progetto, intrapreso subito dopo la Reunion: un’opera tra il rock e il sinfonico, che rilegge la storia di Parsifal, per la quale si avvale delle musiche di Roby Facchinetti. Nel frattempo scrive due romanzi; con Stefano Cenci, scrive delle canzoni per una commedia di Maurizio Micheli. Tutti questi progetti sarebbero dovuti uscire nel 2020 ma, a causa della pandemia di COVID-19, è costretto a rimandarli tutti a data da destinarsi. A marzo 2020 scrive il testo del singolo Rinascerò rinascerai, di Roby Facchinetti. La canzone, arrangiata da Danilo Ballo, in pochi giorni viene messa a disposizione sulle piattaforme digitali. Tanto SIAE quanto Sony Music devolveranno tutti i diritti in favore dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Questo brano, in seguito, è stato inserito nell’album solista di Roby, intitolato Inseguendo la mia musica, per il quale scrive anche il testo del secondo singolo Fammi volare, pubblicato nel settembre 2020, e di altri due brani: Invisibili e L’ultima parola.
Vita privata e morte
Il 12 settembre 2017, giorno del suo sessantanovesimo compleanno, sposò con rito civile la compagna Tiziana Giardoni, con la quale conviveva dal 2007. Non aveva figli, ma ha cresciuto e si considerava a tutti gli effetti padre di Silvia Di Stefano, figlia di Lena Biolcati. Muore la sera del 6 novembre 2020 presso il Policlinico Agostino Gemelli all’età di 72 anni per le complicanze causate dal COVID-19. L’annuncio della sua scomparsa è stato dato poche ore dopo da Roby Facchinetti sui social, oltre che in diretta televisiva da Loretta Goggi, Giorgio Panariello e Vincenzo Salemme durante la trasmissione del programma Tale e Quale Show. Il 9 novembre si è svolto il corteo funebre dal Campidoglio fino alla Basilica di Santa Maria in Montesanto, nota come la Chiesa degli artisti a Piazza del Popolo, dove si sono celebrate le esequie. È sepolto nel cimitero di Maccarese, accanto ai genitori. Il 5 dicembre 2020 Rai 1 gli dedica Ciao Stefano, amico per sempre, una serata speciale fatta di aneddoti e documenti inediti per raccontare la lunga carriera con i Pooh. Inoltre è stata anche un’occasione per rivedere uno degli ultimi concerti che hanno tenuto allo Stadio di San Siro, nel 2016. A D’Orazio, dopo la morte, vengono dedicati i brani di Dodi e Roby Una storia al presente e L’ultima parola, che curiosamente si tratta dell’ultimo testo scritto da Stefano.
Opere postume
Il 18 marzo 2021, per volontà della moglie, viene pubblicato il suo primo romanzo Tsunami (La Corte Editore).

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