Description
RED CANZIAN BIOGRAFIA :
Red Canzian, pseudonimo di Bruno Canzian (Quinto di Treviso, 30 novembre 1951), è un compositore, cantante, polistrumentista e produttore discografico italiano. Conosciuto principalmente per essere stato bassista e voce dei Pooh dal 1973 al 2016 nonchè autore insieme a Valerio Negrini e Stefano D’Orazio di alcuni dei successi del gruppo, nel corso della sua carriera ha pubblicato anche tre dischi da solista: Io e Red (1986), L’istinto e le stelle (2014) e Testimone del tempo (2018). Nasce il 30 novembre 1951 a Quinto di Treviso da Giovanni e Caterina Schiavinato, in una villa nobiliare in cui la sua famiglia, economicamente non agiata, viveva insieme ad altre. Trascorre l’infanzia a Quinto e l’adolescenza a Treviso. Comincia a suonare la chitarra in piena epoca beat e nella seconda metà degli anni sessanta partecipa ad alcuni concorsi in Veneto, quando approda nel gruppo musicale dei Prototipi, formato da alcuni amici d’infanzia che lo convincono ad entrare nella band dopo averlo sentito cantare. Il complesso si guadagna da vivere, per una stagione estiva, nei locali della Riviera; al ritorno a Treviso il produttore Pino Massara decide di cambiare il nome del gruppo musicale in Capsicum Red. Con il gruppo trevigiano Red pubblica un LP progressive intitolato Appunti per un’idea fissa, uscito nel 1972 per l’etichetta Bla Bla (la stessa del primo Franco Battiato sperimentale). L’anno precedente i Capsicum Red avevano pubblicato due 45 giri (Ocean e Tarzan) e partecipato al Festivalbar 1971; una delle loro canzoni (Ocean) era stata scelta come sigla del programma televisivo della Rai …e ti dirò chi sei, condotto da Enza Sampò. È proprio durante il Festivalbar che avviene il primo incontro fra i Pooh e Red, che rimangono ore a parlare di musica. Successivamente, a causa del servizio di leva, alcuni componenti del gruppo sono costretti a lasciare e il gruppo dei Capsicum Red si scioglie. Red milita per un breve periodo negli Osage Tribe, dopodiché partecipa al provino per entrare a far parte dei Pooh.
Nei Pooh
Anni settanta
Il 15 febbraio 1973 viene convocato dai Pooh, che stanno cercando un bassista per sostituire Riccardo Fogli e hanno già visionato più di trecento musicisti. Il provino avviene nella lavanderia di un hotel di Roncobilaccio in cui c’era una parete con tantissimi rotoli di carta igienica e proprio per questo di buona acustica. Red si presenta senza basso, tuttavia c’è un Fender bianco lasciato da Fogli: pur non avendo mai suonato il basso, Red dimostra di possedere talento, e da quel giorno entra a far parte dei Pooh. Tre settimane più tardi avviene il cambio con Riccardo e, dopo un po’ di prove a Roncobilaccio e un paio di concerti al Sud, debutta con una tournée negli Stati Uniti, coi pezzi in scaletta imparati a furia di sentire le cassette del gruppo. Al ritorno dagli USA, viene ufficialmente ammesso nel gruppo. Il ritorno in Italia porta i Pooh nuovamente in sala d’incisione per Parsifal. Al giovane debuttante Red vengono affidate le parti vocali di Come si fa, Solo cari ricordi, la prima e l’ultima strofa di L’anno, il posto, l’ora. Successivamente interpreta Eleonora mia madre (con Roby) e Il tempo, una donna, la città (con Roby e Dodi) dal disco Un po’ del nostro tempo migliore, mentre a causa dei dissapori con Giancarlo Lucariello si ritrova a non cantare neanche un brano di Forse ancora poesia. Nel 1977 produce, suona il basso e scrive alcuni pezzi per il duo Genova & Steffan, il gruppo nel quale milita un suo ex compagno dei Capsicum Red. Red non partecipa alla lavorazione dei due singoli dei Mediterraneo System di Valerio Negrini. Il suo ruolo di autore delle musiche prende il via con Il suo tempo e noi del 1977, in seguito porta a Facchinetti la bozza su cui lavorare de Il ragazzo del cielo, una suite rock-progressive che parla del primo volo trans-oceanico di Lindbergh, inclusa nel disco Boomerang del 1978.
Anni ottanta
Ne sussegue un filone che porta Canzian a scrivere almeno un brano per album e vedono la luce Susanna e basta (1979), cantata però da Dodi e Roby, Gatto di strada (1980), Replay (1981), Colazione a New York (1983), Lettera da Berlino Est (1983), Stella del sud (1984), Amore e dintorni (1986). Nel 1986 incide il suo primo LP da solista, intitolato Io e Red e nel quale partecipano come autori grandi artisti come Paolo Conte, Enrico Ruggeri e Roberto Vecchioni. In questo LP compaiono come ospiti anche gli altri Pooh, che suonano in alcuni brani o scrivono i testi di alcune canzoni: il batterista Stefano D’Orazio in Canzoni per mestiere e Valerio Negrini in Noi quelli veri, Frontiere. Nel brano Con gli occhi chiusi si invertono i ruoli: Marco Tansini firma le musiche e Red scrive il testo. Indimenticabile Capita a volte che poi ci si trovi soli, scritta insieme ad Enrico Ruggeri e cantata come solista da Red. Le cantanti femminili che duettano con Red nel disco sono Loredana Bertè in Tu no, Betty Vittori in Con gli occhi chiusi e la compagna di Red nella vita, Delia Gualtiero, in Noi quelli veri. Nel 1986 Red scrive anche il brano Rosso Natale inserito in una raccolta di artisti vari pubblicata a scopo benefico. Il singolo Sogno messicano viene scelto dalla RAI come sigla dei Mondiali di calcio del 1986. Sul finire degli anni ottanta compone alcune delle hit più sensuali del gruppo: Città di donne (1987), Ti dirò e Linea calda, entrambe del 1988.
Anni novanta
Il ruolo di Red nei Pooh prende sempre più spazio e lo porta a firmare negli anni novanta alcuni dei brani più importanti della discografia del gruppo, scritti in coppia col fedele D’Orazio. E nasce il filone denominato “Canzian-songs” dedicato alla compagna Bea, che nel frattempo ha preso il posto di Delia Gualtiero nel cuore di Red: Stare senza di te (1992), Tu dove sei (1994), Cercando di te (1996), Io ti aspetterò (1999).
Anni 2000
Nel 2000 col brano Stai con me per la prima volta un singolo destinato al commercio è scritto da Red; in precedenza, esclusa Canterò per te di Dodi Battaglia incisa nel 1980, i singoli erano sempre stati scelti fra i brani di Roby Facchinetti. A Stai con me seguono Portami via (2001), Capita quando capita (2004) e Il cielo non finisce mai (2006).
Anni 2010
Anni 2010
Nel 2010 Red ha presentato la Fondazione Q, che si occupa di giovani musicisti, producendo senza fini di lucro il loro primo progetto discografico. Di questa fondazione, di cui Red è il direttore, fanno parte Elvio Chiatellino e Marina Quadro e ha come obiettivo di “dare un vestito a un cantante che entra nudo” grazie a un team di esperti che aiutano i giovani artisti prescelti a realizzare il proprio lavoro a 360 gradi, dall’aspetto prettamente musicale a quello psicologico dello stare sul palco. La Fondazione, inoltre, ha precisato Canzian “non è contro i talent show, ma va loro in aiuto, occupandosi di certi aspetti che vengono a volte lasciati fuori”. Esce nelle librerie il 24 aprile 2012 Ho visto sessanta volte fiorire il calicanto, autobiografia in cui Red si racconta per la prima volta parlando di sé, della sua infanzia tra Quinto di Treviso e Treviso, del suo mestiere di musicista, della sua famiglia, delle sue passioni, della sua scelta vegana e dei suoi sogni. Il 30 settembre 2014 esce il suo secondo album da solista, dal titolo L’istinto e le stelle. Il progetto comprende un cd con 12 brani inediti, un DVD contenente un docufilm sulla lavorazione dell’album girato tra Milano, la Val Badia e Villa Corner della Regina, presso Treviso, e un booklet di ben 72 pagine. L’album è anticipato dai singoli Corro verso te e Ogni giorno è un altro giorno che ti amo.
Dopo i Pooh
Dal 2018 ai giorni nostri
Red Canzian partecipa al Festival di Sanremo 2018 con il brano Ognuno ha il suo racconto, piazzandosi in finale al 15º posto. Il brano anticipa il nuovo album intitolato Testimone del tempo, uscito il 16 febbraio 2018 e anche il tour omonimo che ha avuto inizio il 2 maggio 2018 a Cascina. Dall’8 giugno 2018 è giurato e coach nel programma Ora o mai più su Rai 1, condotto da Amadeus. Nella prima edizione ha come allievo il cantante Marco Armani, mentre nella seconda l’ex componente dei Gazosa, Jessica Morlacchi. Il 31 luglio debutta con Red in Blue, uno spettacolo nel quale racconta la sua vita attraverso le canzoni, accompagnato dall’Istituzione Sinfonica Abruzzese diretta dal M° Stefano Fonzi e dal trio ritmico composto da Phil Mer alla batteria, Andrea Lombardini al basso, Daniel Bestonzo al pianoforte. Partecipa alla registrazione del concept album Hotel Disamore, di Miki Porru, pubblicato il 1º febbraio 2019 insieme a Isbella D’emery, Delia Gualtiero, Arianna Cleri, Monia Russo, Paul Manners, Tony Suriano, Paolo Schianchi, Giancarlo Gianise, Alvaro D’apollonio, per il quale disegna la piantina all’interno del booklet, interpreta le canzoni Prima o poi (insieme allo stesso Miki Porru e agli altri ospiti), e Due parole (interamente, con Miki Porru che fa due brevi cori). Il 31 luglio 2019 si esibisce in un grande concerto a Marzano di Nola seguito da migliaia di persone. Nel 2021 andrà in scena lo spettacolo Casanova Operapop, dedicato alla Venezia del ‘700, tratto dal romanzo Giacomo Casanova – La sonata dei cuori infranti di Matteo Strukul. Vince la seconda edizione del programma televisivo Il cantante mascherato del 2021, come personaggio del Pappagallo.
Nei Pooh
Anni settanta
Il 15 febbraio 1973 viene convocato dai Pooh, che stanno cercando un bassista per sostituire Riccardo Fogli e hanno già visionato più di trecento musicisti. Il provino avviene nella lavanderia di un hotel di Roncobilaccio in cui c’era una parete con tantissimi rotoli di carta igienica e proprio per questo di buona acustica. Red si presenta senza basso, tuttavia c’è un Fender bianco lasciato da Fogli: pur non avendo mai suonato il basso, Red dimostra di possedere talento, e da quel giorno entra a far parte dei Pooh. Tre settimane più tardi avviene il cambio con Riccardo e, dopo un po’ di prove a Roncobilaccio e un paio di concerti al Sud, debutta con una tournée negli Stati Uniti, coi pezzi in scaletta imparati a furia di sentire le cassette del gruppo. Al ritorno dagli USA, viene ufficialmente ammesso nel gruppo. Il ritorno in Italia porta i Pooh nuovamente in sala d’incisione per Parsifal. Al giovane debuttante Red vengono affidate le parti vocali di Come si fa, Solo cari ricordi, la prima e l’ultima strofa di L’anno, il posto, l’ora. Successivamente interpreta Eleonora mia madre (con Roby) e Il tempo, una donna, la città (con Roby e Dodi) dal disco Un po’ del nostro tempo migliore, mentre a causa dei dissapori con Giancarlo Lucariello si ritrova a non cantare neanche un brano di Forse ancora poesia. Nel 1977 produce, suona il basso e scrive alcuni pezzi per il duo Genova & Steffan, il gruppo nel quale milita un suo ex compagno dei Capsicum Red. Red non partecipa alla lavorazione dei due singoli dei Mediterraneo System di Valerio Negrini. Il suo ruolo di autore delle musiche prende il via con Il suo tempo e noi del 1977, in seguito porta a Facchinetti la bozza su cui lavorare de Il ragazzo del cielo, una suite rock-progressive che parla del primo volo trans-oceanico di Lindbergh, inclusa nel disco Boomerang del 1978.
Anni ottanta
Ne sussegue un filone che porta Canzian a scrivere almeno un brano per album e vedono la luce Susanna e basta (1979), cantata però da Dodi e Roby, Gatto di strada (1980), Replay (1981), Colazione a New York (1983), Lettera da Berlino Est (1983), Stella del sud (1984), Amore e dintorni (1986). Nel 1986 incide il suo primo LP da solista, intitolato Io e Red e nel quale partecipano come autori grandi artisti come Paolo Conte, Enrico Ruggeri e Roberto Vecchioni. In questo LP compaiono come ospiti anche gli altri Pooh, che suonano in alcuni brani o scrivono i testi di alcune canzoni: il batterista Stefano D’Orazio in Canzoni per mestiere e Valerio Negrini in Noi quelli veri, Frontiere. Nel brano Con gli occhi chiusi si invertono i ruoli: Marco Tansini firma le musiche e Red scrive il testo. Indimenticabile Capita a volte che poi ci si trovi soli, scritta insieme ad Enrico Ruggeri e cantata come solista da Red. Le cantanti femminili che duettano con Red nel disco sono Loredana Bertè in Tu no, Betty Vittori in Con gli occhi chiusi e la compagna di Red nella vita, Delia Gualtiero, in Noi quelli veri. Nel 1986 Red scrive anche il brano Rosso Natale inserito in una raccolta di artisti vari pubblicata a scopo benefico. Il singolo Sogno messicano viene scelto dalla RAI come sigla dei Mondiali di calcio del 1986. Sul finire degli anni ottanta compone alcune delle hit più sensuali del gruppo: Città di donne (1987), Ti dirò e Linea calda, entrambe del 1988.
Anni novanta
Il ruolo di Red nei Pooh prende sempre più spazio e lo porta a firmare negli anni novanta alcuni dei brani più importanti della discografia del gruppo, scritti in coppia col fedele D’Orazio. E nasce il filone denominato “Canzian-songs” dedicato alla compagna Bea, che nel frattempo ha preso il posto di Delia Gualtiero nel cuore di Red: Stare senza di te (1992), Tu dove sei (1994), Cercando di te (1996), Io ti aspetterò (1999).
Anni 2000
Nel 2000 col brano Stai con me per la prima volta un singolo destinato al commercio è scritto da Red; in precedenza, esclusa Canterò per te di Dodi Battaglia incisa nel 1980, i singoli erano sempre stati scelti fra i brani di Roby Facchinetti. A Stai con me seguono Portami via (2001), Capita quando capita (2004) e Il cielo non finisce mai (2006).
Anni 2010
Anni 2010
Nel 2010 Red ha presentato la Fondazione Q, che si occupa di giovani musicisti, producendo senza fini di lucro il loro primo progetto discografico. Di questa fondazione, di cui Red è il direttore, fanno parte Elvio Chiatellino e Marina Quadro e ha come obiettivo di “dare un vestito a un cantante che entra nudo” grazie a un team di esperti che aiutano i giovani artisti prescelti a realizzare il proprio lavoro a 360 gradi, dall’aspetto prettamente musicale a quello psicologico dello stare sul palco. La Fondazione, inoltre, ha precisato Canzian “non è contro i talent show, ma va loro in aiuto, occupandosi di certi aspetti che vengono a volte lasciati fuori”. Esce nelle librerie il 24 aprile 2012 Ho visto sessanta volte fiorire il calicanto, autobiografia in cui Red si racconta per la prima volta parlando di sé, della sua infanzia tra Quinto di Treviso e Treviso, del suo mestiere di musicista, della sua famiglia, delle sue passioni, della sua scelta vegana e dei suoi sogni. Il 30 settembre 2014 esce il suo secondo album da solista, dal titolo L’istinto e le stelle. Il progetto comprende un cd con 12 brani inediti, un DVD contenente un docufilm sulla lavorazione dell’album girato tra Milano, la Val Badia e Villa Corner della Regina, presso Treviso, e un booklet di ben 72 pagine. L’album è anticipato dai singoli Corro verso te e Ogni giorno è un altro giorno che ti amo.
Dopo i Pooh
Dal 2018 ai giorni nostri
Red Canzian partecipa al Festival di Sanremo 2018 con il brano Ognuno ha il suo racconto, piazzandosi in finale al 15º posto. Il brano anticipa il nuovo album intitolato Testimone del tempo, uscito il 16 febbraio 2018 e anche il tour omonimo che ha avuto inizio il 2 maggio 2018 a Cascina. Dall’8 giugno 2018 è giurato e coach nel programma Ora o mai più su Rai 1, condotto da Amadeus. Nella prima edizione ha come allievo il cantante Marco Armani, mentre nella seconda l’ex componente dei Gazosa, Jessica Morlacchi. Il 31 luglio debutta con Red in Blue, uno spettacolo nel quale racconta la sua vita attraverso le canzoni, accompagnato dall’Istituzione Sinfonica Abruzzese diretta dal M° Stefano Fonzi e dal trio ritmico composto da Phil Mer alla batteria, Andrea Lombardini al basso, Daniel Bestonzo al pianoforte. Partecipa alla registrazione del concept album Hotel Disamore, di Miki Porru, pubblicato il 1º febbraio 2019 insieme a Isbella D’emery, Delia Gualtiero, Arianna Cleri, Monia Russo, Paul Manners, Tony Suriano, Paolo Schianchi, Giancarlo Gianise, Alvaro D’apollonio, per il quale disegna la piantina all’interno del booklet, interpreta le canzoni Prima o poi (insieme allo stesso Miki Porru e agli altri ospiti), e Due parole (interamente, con Miki Porru che fa due brevi cori). Il 31 luglio 2019 si esibisce in un grande concerto a Marzano di Nola seguito da migliaia di persone. Nel 2021 andrà in scena lo spettacolo Casanova Operapop, dedicato alla Venezia del ‘700, tratto dal romanzo Giacomo Casanova – La sonata dei cuori infranti di Matteo Strukul. Vince la seconda edizione del programma televisivo Il cantante mascherato del 2021, come personaggio del Pappagallo.
ROBY FACCHINETTI BIOGRAFIA:
Roby Facchinetti, all’anagrafe Camillo Lorenzo Ferdinando Facchinetti (Bergamo, 1º maggio 1944), è un cantautore, compositore e tastierista italiano, noto principalmente per essere stato il tastierista dei Pooh. Entrato nel gruppo dopo pochi mesi dalla sua fondazione, sostituendo il tastierista inglese Bob Gillot, con il gruppo ha firmato alcuni dei più grandi successi discografici italiani come Piccola Katy (1968), Tanta voglia di lei e Pensiero (1971), Noi due nel mondo e nell’anima (1972), Parsifal (1973), Dammi solo un minuto (1977), Chi fermerà la musica (1981), Uomini soli (1990), La donna del mio amico (1996), Dimmi di sì (1999) e Dove comincia il sole (2010).
Carriera
Esordi
Il suo primo gruppo, “I Monelli”, vede la luce nel 1958; il complesso si esibisce nelle balere della provincia. Dopo una lunga gavetta, il gruppo si esibisce al Grand Hotel di Rimini. In seguito, Facchinetti incontra Paolo Bacilieri, cantante e gestore de “La Stalla”, un rinomato locale di Riccione. Il risultato dell’audizione è l’ingaggio della durata di venti giorni nel locale; è questo l’inizio di una collaborazione poi rinnovata per tutta la stagione grazie al successo e ai consensi ottenuti. Passato nel 1964 al gruppo Pierfilippi e Les Copains, Roby gira l’Italia, fin quando una sera allo ‘Sporting Club’ di Bologna, agli inizi del 1966, il gruppo suona insieme ai Pooh. Al termine dell’esibizione, a Roby viene proposto di unirsi a tale gruppo per sostituire Bob Gillot. Accetta, con la benedizione del suo vecchio gruppo che lo incita ad una tale decisione.
Esordi
Il suo primo gruppo, “I Monelli”, vede la luce nel 1958; il complesso si esibisce nelle balere della provincia. Dopo una lunga gavetta, il gruppo si esibisce al Grand Hotel di Rimini. In seguito, Facchinetti incontra Paolo Bacilieri, cantante e gestore de “La Stalla”, un rinomato locale di Riccione. Il risultato dell’audizione è l’ingaggio della durata di venti giorni nel locale; è questo l’inizio di una collaborazione poi rinnovata per tutta la stagione grazie al successo e ai consensi ottenuti. Passato nel 1964 al gruppo Pierfilippi e Les Copains, Roby gira l’Italia, fin quando una sera allo ‘Sporting Club’ di Bologna, agli inizi del 1966, il gruppo suona insieme ai Pooh. Al termine dell’esibizione, a Roby viene proposto di unirsi a tale gruppo per sostituire Bob Gillot. Accetta, con la benedizione del suo vecchio gruppo che lo incita ad una tale decisione.
Pooh
Nel 1966 i Pooh sono ancora un gruppo “beat” che ha da poco cambiato gli assetti, dopo i primi cinque anni dilettantistici col nome ‘Jaguars’, quando il giovane Facchinetti nel maggio di quell’anno fa il suo ingresso nel gruppo. Assume in fretta un ruolo preponderante nel complesso: diventa subito il compositore della maggior parte dei pezzi, è per esempio della coppia “Facchinetti-Negrini” il primo dei brani non cover del gruppo, si tratta di Brennero ’66, canzone portata con scarso successo al “Festival delle Rose” del 1966 (oltre ad esserne l’autore, Roby ne è anche l’interprete). Il brano è censurato dalla Rai, viene anche intimato al gruppo di cambiar titolo e modificare il testo, pena l’estromissione dal concorso. Diventa così “Le campane del silenzio”, in un’esibizione radiofonica disturbata da problemi tecnici che non ne permettono l’ascolto: la canzone si classifica all’ultimo posto. Fino al 1971 la composizione musicale passa tutta per le sue mani, anche se le voci soliste sono soprattutto di Riccardo Fogli e Dodi Battaglia. Roby si toglie la soddisfazione di cantare, in coppia con Negrini, in La fata della luna del 1969 già pubblicata l’anno precedente, come La leggenda della Luna, nel disco Contrasto (in quella circostanza cantata solamente da Roby). Si riconosce la voce di Facchinetti in altri brani del periodo degli anni sessanta come Per quelli come noi, Il cane d’oro, Mr. Jack e altri ancora. Nel primo album pubblicato dai Pooh con la nuova casa discografica CBS, nel 1971, Roby è l’unico autore delle musiche e si limita a cantare una delle strofe finali del brano Opera prima. Con i testi di Valerio Negrini compone Tanta voglia di lei, Pensiero, Noi due nel mondo e nell’anima, Nascerò con te, Quando una lei va via, Io e te per altri giorni, Infiniti noi, Parsifal. Dal 1972, con l’uscita di Alessandra (album e canzone dedicati alla neonata bimba di casa Facchinetti) anche Dodi Battaglia comincia a proporsi come autore delle musiche. Pur cantando nel singolo Cosa si può dire di te, in Mio padre, una sera, e alternandosi con Dodi in La nostra età difficile la voce di Roby è ancora in secondo piano, sovrastata da quella Riccardo e poi di Dodi. Nell’album Parsifal, che consacra la formazione storicamente più stabile del gruppo, Roby si ritaglia alcune parti vocali in Lei e lei (scritta però da Dodi Battaglia), L’anno, il posto, l’ora e Solo cari ricordi, alternandosi con Dodi e Red nel cantato delle ultime due. Inoltre, in questo album comincia a manifestare anche abilità compositiva di brani strumentali, chiaramente evidenti nel brano “Parsifal” e confermante negli anni a venire in altri come “Il tempo, una donna, la città”, “Padre del fuoco, padre del tuono, padre del nulla”, “Il ragazzo del cielo”, “Viva”, “Grandi speranze”, “Il giorno prima”, “Puoi sentirmi ancora” e “Dove comincia il sole”. Con l’uscita del singolo “Per te qualcosa ancora”, la voce principale del gruppo diventa Roby, che interpreta successivamente i brani di maggior successo del decennio, partendo da “Linda”, “Pierre”, “Dammi solo un minuto”, “Cercami” (in coppia con Dodi) e “Ci penserò domani”. Negli anni settanta, la coppia Facchinetti-Negrini continua a costituire il pilastro creativo, ma il ruolo di Roby come compositore viene affiancato da quello di Red Canzian e Dodi Battaglia (parallelamente, i testi delle canzoni iniziano ad esser affidati con maggior frequenza non solo a Valerio Negrini, ma anche a Stefano D’Orazio). Nel 1984 esce “Roby Facchinetti”, album solista inciso con musicisti inglesi e l’orchestra sinfonica di Monaco) e nel 1993 “Fai col cuore”, il secondo album solista registrato con un’orchestra sinfonica, più introspettivo rispetto al precedente. Il suo ruolo di leader vocale continua per tutti gli anni ottanta e si conferma in occasione della vittoria sanremese del 1990, dove a Roby viene affidata una parte importante del pezzo Uomini soli. Nel 1991 scrive due brani per Marcella Bella. Partecipa alla 57ª edizione del festival di Sanremo, al fianco del figlio Francesco, con il brano “Vivere normale”, centrata sul tema dell’amore e del rapporto filiale. Dopo la prima esibizione, però, i due vengono aspramente criticati dall’esperto Mario Luzzatto Fegiz in occasione del dopo-festival. Nonostante tutto i due si classificano all’ottavo posto. Pubblica il terzo album da solista nel 2014: intitolato Ma che vita la mia contiene anche un duetto con il soprano torinese Valeria Caponnetto Delleani (figlia di Silvana Aliotta) nella canzone Poeta, dedicata a Valerio Negrini. Il 27 marzo l’album debutta al primo posto della classifica dei più venduti in Italia.
Nel 1966 i Pooh sono ancora un gruppo “beat” che ha da poco cambiato gli assetti, dopo i primi cinque anni dilettantistici col nome ‘Jaguars’, quando il giovane Facchinetti nel maggio di quell’anno fa il suo ingresso nel gruppo. Assume in fretta un ruolo preponderante nel complesso: diventa subito il compositore della maggior parte dei pezzi, è per esempio della coppia “Facchinetti-Negrini” il primo dei brani non cover del gruppo, si tratta di Brennero ’66, canzone portata con scarso successo al “Festival delle Rose” del 1966 (oltre ad esserne l’autore, Roby ne è anche l’interprete). Il brano è censurato dalla Rai, viene anche intimato al gruppo di cambiar titolo e modificare il testo, pena l’estromissione dal concorso. Diventa così “Le campane del silenzio”, in un’esibizione radiofonica disturbata da problemi tecnici che non ne permettono l’ascolto: la canzone si classifica all’ultimo posto. Fino al 1971 la composizione musicale passa tutta per le sue mani, anche se le voci soliste sono soprattutto di Riccardo Fogli e Dodi Battaglia. Roby si toglie la soddisfazione di cantare, in coppia con Negrini, in La fata della luna del 1969 già pubblicata l’anno precedente, come La leggenda della Luna, nel disco Contrasto (in quella circostanza cantata solamente da Roby). Si riconosce la voce di Facchinetti in altri brani del periodo degli anni sessanta come Per quelli come noi, Il cane d’oro, Mr. Jack e altri ancora. Nel primo album pubblicato dai Pooh con la nuova casa discografica CBS, nel 1971, Roby è l’unico autore delle musiche e si limita a cantare una delle strofe finali del brano Opera prima. Con i testi di Valerio Negrini compone Tanta voglia di lei, Pensiero, Noi due nel mondo e nell’anima, Nascerò con te, Quando una lei va via, Io e te per altri giorni, Infiniti noi, Parsifal. Dal 1972, con l’uscita di Alessandra (album e canzone dedicati alla neonata bimba di casa Facchinetti) anche Dodi Battaglia comincia a proporsi come autore delle musiche. Pur cantando nel singolo Cosa si può dire di te, in Mio padre, una sera, e alternandosi con Dodi in La nostra età difficile la voce di Roby è ancora in secondo piano, sovrastata da quella Riccardo e poi di Dodi. Nell’album Parsifal, che consacra la formazione storicamente più stabile del gruppo, Roby si ritaglia alcune parti vocali in Lei e lei (scritta però da Dodi Battaglia), L’anno, il posto, l’ora e Solo cari ricordi, alternandosi con Dodi e Red nel cantato delle ultime due. Inoltre, in questo album comincia a manifestare anche abilità compositiva di brani strumentali, chiaramente evidenti nel brano “Parsifal” e confermante negli anni a venire in altri come “Il tempo, una donna, la città”, “Padre del fuoco, padre del tuono, padre del nulla”, “Il ragazzo del cielo”, “Viva”, “Grandi speranze”, “Il giorno prima”, “Puoi sentirmi ancora” e “Dove comincia il sole”. Con l’uscita del singolo “Per te qualcosa ancora”, la voce principale del gruppo diventa Roby, che interpreta successivamente i brani di maggior successo del decennio, partendo da “Linda”, “Pierre”, “Dammi solo un minuto”, “Cercami” (in coppia con Dodi) e “Ci penserò domani”. Negli anni settanta, la coppia Facchinetti-Negrini continua a costituire il pilastro creativo, ma il ruolo di Roby come compositore viene affiancato da quello di Red Canzian e Dodi Battaglia (parallelamente, i testi delle canzoni iniziano ad esser affidati con maggior frequenza non solo a Valerio Negrini, ma anche a Stefano D’Orazio). Nel 1984 esce “Roby Facchinetti”, album solista inciso con musicisti inglesi e l’orchestra sinfonica di Monaco) e nel 1993 “Fai col cuore”, il secondo album solista registrato con un’orchestra sinfonica, più introspettivo rispetto al precedente. Il suo ruolo di leader vocale continua per tutti gli anni ottanta e si conferma in occasione della vittoria sanremese del 1990, dove a Roby viene affidata una parte importante del pezzo Uomini soli. Nel 1991 scrive due brani per Marcella Bella. Partecipa alla 57ª edizione del festival di Sanremo, al fianco del figlio Francesco, con il brano “Vivere normale”, centrata sul tema dell’amore e del rapporto filiale. Dopo la prima esibizione, però, i due vengono aspramente criticati dall’esperto Mario Luzzatto Fegiz in occasione del dopo-festival. Nonostante tutto i due si classificano all’ottavo posto. Pubblica il terzo album da solista nel 2014: intitolato Ma che vita la mia contiene anche un duetto con il soprano torinese Valeria Caponnetto Delleani (figlia di Silvana Aliotta) nella canzone Poeta, dedicata a Valerio Negrini. Il 27 marzo l’album debutta al primo posto della classifica dei più venduti in Italia.
Dopo i Pooh
Il 3 novembre 2017 è uscito il suo nuovo cd realizzato in coppia con Riccardo Fogli. Il titolo è Insieme. Nel 2018 partecipa al Festival di Sanremo in coppia con Riccardo Fogli, con il brano Il segreto del tempo (musica di Roby Facchinetti, testo di Pacifico), piazzandosi in finale al 18º posto. Nel marzo 2020, durante l’epidemia di COVID-19 in Italia, scrive il brano Rinascerò, Rinascerai, con le parole del collega Stefano D’Orazio. La canzone, arrangiata da Danilo Ballo, in pochi giorni viene messa a disposizione sulle piattaforme digitali. Tanto SIAE quanto Sony Music devolveranno tutti i diritti in favore dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Questo brano è inoltre il primo singolo del triplo album Inseguendo la mia musica. Nel settembre 2020 pubblica il brano Fammi volare, sempre con le parole del collega Stefano D’Orazio, come secondo singolo dell’album, la cui pubblicazione è avvenuta il 25 settembre. Nel 2020 partecipa nel film Un figlio di nome Erasmus, dove interpreta sé stesso cantando il brano Pensiero.
Il 3 novembre 2017 è uscito il suo nuovo cd realizzato in coppia con Riccardo Fogli. Il titolo è Insieme. Nel 2018 partecipa al Festival di Sanremo in coppia con Riccardo Fogli, con il brano Il segreto del tempo (musica di Roby Facchinetti, testo di Pacifico), piazzandosi in finale al 18º posto. Nel marzo 2020, durante l’epidemia di COVID-19 in Italia, scrive il brano Rinascerò, Rinascerai, con le parole del collega Stefano D’Orazio. La canzone, arrangiata da Danilo Ballo, in pochi giorni viene messa a disposizione sulle piattaforme digitali. Tanto SIAE quanto Sony Music devolveranno tutti i diritti in favore dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Questo brano è inoltre il primo singolo del triplo album Inseguendo la mia musica. Nel settembre 2020 pubblica il brano Fammi volare, sempre con le parole del collega Stefano D’Orazio, come secondo singolo dell’album, la cui pubblicazione è avvenuta il 25 settembre. Nel 2020 partecipa nel film Un figlio di nome Erasmus, dove interpreta sé stesso cantando il brano Pensiero.
STEFANO D’ORAZIO BIOGRAFIA:
Stefano D’Orazio (Roma, 12 settembre 1948 – Roma, 6 novembre 2020) è stato un batterista, paroliere, cantante e regista italiano. Batteria, voce e flauto traverso dei Pooh dal 1971 al 2009, poi nel 2015 e 2016, in occasione della réunion per il cinquantennale, è stato un autore di parte dei testi delle canzoni del gruppo, del quale in seguito è divenuto anche responsabile manageriale.
Gli esordi
Nato e cresciuto nel quartiere romano di Monteverde, inizia a suonare la batteria, acquistata di seconda mano, con Elvira Valdevit e sin dagli anni del liceo con il proprio primo gruppo chiamato The Kings, dal nome del complesso dal quale acquistò la batteria, di ispirazione beat. La band cambia poco dopo il nome in The Sunshines e inizia a esibirsi in un locale della periferia romana, suonando unicamente pezzi strumentali degli Shadows, in quanto non avevano i mezzi per procurarsi un impianto voci; con questo gruppo, inoltre, Stefano esordì come paroliere, scrivendo il testo di Ballano male. Terminata questa iniziale esperienza, D’Orazio si arrangiò facendo, per un breve periodo, da colonna sonora allo spettacolo underground per percussioni e voci “Osram” di Carmelo Bene e Cosimo Cinieri, organizzato nel locale “Beat ’72”. Successivamente entra nel gruppo Italo e il suo complesso, poi rinominato I Naufraghi. Anche quell’esperienza fu di breve durata cosicché aprì a Roma due “Cantine Club”, locali all’interno dei quali si esibivano i gruppi inglesi reduci dal “Piper”. A tale attività associò quella di turnista presso la RCA, potendo così pagare parte delle cambiali e l’acquisto della batteria Ludwig. Per autofinanziarsi e non pesare sul bilancio familiare D’Orazio fece la comparsa in vari film a Cinecittà grazie all’intercessione dell’attore Marcello di Falco: Rita la figlia americana; in Capriccio all’italiana, nell’episodio Il mostro della domenica, recitò letteralmente ai piedi di Totò; Bill il taciturno, Django spara per primo, Due croci a Danger Pass, Little Rita nel Far West, L’età del malessere, Pronto… c’è una certa Giuliana per te, Per 100.000 dollari t’ammazzo. Successivamente fa parte prima dei The Planets, poi del gruppo Pataxo and the Others e infine de Il Punto, con il quale collabora alla colonna sonora del film Ettore lo fusto, da cui viene estratto un 45 giri.
Pooh
L’8 settembre 1971 entra a far parte dei Pooh, in seguito all’uscita di Valerio Negrini (che da lì in poi si occupò solamente della scrittura dei testi delle canzoni). La band già conosceva il batterista romano e nonostante le ritrosie del produttore Giancarlo Lucariello, lo accolse; dopo una settimana di prove al Vun Vun di Roma, dal successivo 20 settembre esordisce con una serie di serate di rodaggio in Sardegna. La prima canzone interpretata da solista nei concerti dal vivo è stata Tutto alle tre, ereditata dal suo predecessore Negrini. Dal 1975 si affianca a Valerio Negrini come paroliere, in quanto firma il testo di Eleonora mia madre, inclusa nell’lp Un po’ del nostro tempo migliore e, nel successivo Forse ancora poesia, firma il testo di Peter jr. Nel 1976, con il brano Fare, sfare, dire, indovinare, incluso nell’album Poohlover (il primo prodotto dopo la collaborazione con Lucariello) approdò alla prima esperienza come cantante solista su disco; nei precedenti dischi non aveva parti soliste ma cantava nelle parti corali, utilizzando spesso il falsetto nell’armonizzazione a quattro voci dei brani. Per questo album oltre a scrivere il testo della canzone sopra citata, scrive anche Storia di una lacrima. L’anno successivo scrive il testo di Che ne fai di te, inclusa nell’album Rotolando respirando, mentre l’anno seguente scrive i testi delle canzoni Pronto, buongiorno è la sveglia e La leggenda di Mautoa, entrambe incluse nell’album Boomerang; nel 1979 scrive i testi delle canzoni Rubiamo un’isola e Così ti vorrei, per l’album Viva, poi nel successivo album Stop scrive i testi di Numero uno e Aria di mezzanotte. A partire dal 1981, con Buona fortuna, da lui scritta per l’omonimo album insieme a Lascia che sia, propone agli altri membri dei Pooh di cantare in ogni disco almeno un pezzo a quattro voci alternate; in questo modo s’interrompe il consolidato uso di lasciare le parti vocali soliste al duo Facchinetti-Battaglia; di conseguenza, l’anno successivo è la volta di Anni senza fiato, lato b del singolo omonimo. D’Orazio cura anche parte dell’area manageriale dei Pooh, e nel 1983 fonda l’etichetta First. Quello stesso anno interpreta, sempre con gli altri tre, il brano Tropico del nord, da lui scritta insieme a Lettera da Berlino Est, contenuta nell’album omonimo; inoltre lo stesso anno interpreta la cover Happy Christmas (War is Over), sempre con gli altri tre. L’anno successivo interpreta La mia donna e Il giorno prima, entrambe inserite nell’album Aloha ed entrambe cantate a quattro voci alternate; inoltre per lo stesso album scrive i testi di Stella del sud e Canzone per Lilli. Nel 1985 scrive e interpreta il brano Se c’è un posto nel tuo cuore, incluso nell’album Asia non Asia, che rimarrà negli anni la canzone più significativa di questo disco e che viene puntualmente riproposta live: si tratta della prima canzone dei Pooh, tra quelle registrate in studio, interpretata interamente da Stefano. Questo brano venne utilizzato anche come sigla de Il processo del lunedì; inoltre in quello stesso album interpreta Per noi che partiamo, della quale scrive anche il testo, e Per chi merita di più, entrambe cantate a quattro voci alternate. L’anno successivo, nell’album del ventennale, Giorni infiniti, scrive i testi di Amore e dintorni e Goodbye, brano che i Pooh interpretano a quattro voci alternate; sul finire dell’anno viene pubblicata la canzone Forse Natale, interpretata a quattro voci alternate, della quale scrive il testo. La canzone, per la verità, era stata registrata nel dicembre 1985, a Sidney, nel corso del tour promozionale dell’album Asia non Asia, ma i Pooh decisero di tenerla nascosta per otto mesi. Nell’album Il colore dei pensieri del 1987, interpreta la canzone Tu dov’eri, insieme agli altri tre, ed il brano Non sei lei, e scrive i testi di Io sto con te e Siamo ancora sulla strada, mentre nel 1988, nell’album Oasi, interpreta il brano Io da solo, con gli altri tre, e inoltre scrive e interpreta la canzone autobiografica La ragazza con gli occhi di sole; a partire da questo album, in ogni successivo lavoro ci sarà almeno una canzone interpretata interamente da lui; inoltre per questo album scrive il testo di Che vuoi che sia. Due anni dopo interpreta le canzoni Uomini soli, Donne italiane e Tu vivrai, con gli altri tre, e interamente la canzone Giulia si sposa (scritta da Negrini e Facchinetti), contenute nell’album Uomini soli; inoltre per lo stesso album scrive i testi di Napoli per noi e Non solo musica. Due anni dopo interpreta le canzoni Il cielo è blu sopra le nuvole e In Italia si può, insieme agli altri componenti, scrive il testo e interpreta da solista (su musica di Dodi Battaglia) 50 primavere, dedicata alle nozze d’oro dei genitori, contenute nell’album Il cielo è blu sopra le nuvole, per il quale scrive anche i testi di Stare senza di te e La donna infinita. Nell’album successivo, Musicadentro, pubblicato nel 1994, scrive e interpreta A cent’anni non si sbaglia più, inoltre scrive il testo di Senza musica e senza parole e di E non serve che sia Natale che interpreta con gli altri tre. L’anno seguente viene pubblicato l’unico brano della storia del gruppo scritto da tutti e quattro i componenti: si tratta dell’inedito Buonanotte ai suonatori, del quale D’Orazio scrive il testo e realizza l’interpretazione insieme con gli altri: il brano è contenuto nel live omonimo. La canzone, per la verità, era stata registrata nel 1987, a Zurigo, nel corso del tour promozionale dell’album Il colore dei pensieri, ma fino ad allora non era mai stata pubblicata. Nell’album del trentennale, Amici per sempre, (1996), interpreta, insieme agli altri tre, sia la canzone che dà il titolo all’album (a Stefano toccano i primi due versi della frase di passaggio dalla terza strofa al secondo ritornello) sia C’è bisogno di un piccolo aiuto, da lui stesso scritta. Preparando l’album Stefano inizialmente propone, su musica di Roby, un testo dal titolo Chissà se c’è un prato là dove sei adesso, dedicato alla memoria di suo padre, da poco scomparso, e che ovviamente avrebbe dovuto interpretare; ma gli altri componenti preferiscono non trattare il tema della morte quindi, oltre a stravolgere completamente il testo, diventato Innamorati sempre, innamorati mai, interpreta un’altra canzone, Le donne mi hanno detto (scritta da Valerio Negrini e Roby Facchinetti); sempre per il medesimo album scrive inoltre i testi dei brani La donna del mio amico, che fu il brano di maggior successo del disco, e Cercando di te. Nel 1997 scrive il testo e interpreta la canzone Brava la vita, contenuta nella raccolta The Best of Pooh, insieme agli altri componenti del gruppo. Nel 1998 i Pooh pubblicarono un album in cui riarrangiarono e reinterpretarono le loro canzoni delle origini, dal titolo Un minuto prima dell’alba, che altro non era che il primo cd del cofanetto celebrativo Poohbook; in questo album Stefano interpretò la canzone La solita storia, originariamente interpretata da Negrini, e che era contenuta nel loro album d’esordio Per quelli come noi del 1966; l’anno successivo Stefano interpreta le canzoni Se balla da sola e 20.000 leghe sopra i cieli (della quale scrive anche il testo), insieme agli altri tre e scrive e interpreta la canzone pop-dance Dimmi di si, che è tuttora la canzone di maggior successo dell’album Un posto felice; inoltre per il medesimo album scrive i testi di Mi manchi, Quando lui ti chiederà di me, Io ti aspetterò e Eravamo ragazzi. L’anno successivo ha l’onore di aprire l’album Cento di queste vite, con la canzone Un grande amore (scritta da Valerio Negrini e Roby Facchinetti), ancora un brano pop-dance, che nel testo e nella melodia è l’ideale seguito della precedente Dimmi di sì; inoltre interpreta la canzone I respiri del mondo, insieme agli altri membri del gruppo; per il medesimo album scrive poi i testi di Non dimenticarti di me, Stai con me, Ti sposerei domani, Io ti vorrei di più, Buona fortuna e buon viaggio e L’altra faccia dell’amore. Nel 2001 scrive il testo della canzone E arrivi tu, contenuta nella raccolta Best of the Best. Scrive poi la maggior parte dei testi del musical Pinocchio del gruppo, nel cui concept-album interpreta le canzoni Gatto & Volpe S.p.A. (in coppia con Red), Che tempi bui (in coppia con Dodi), delle quali scrive anche i testi, e Galleggiando; inoltre scrive i testi di Vita, Il paese dei balocchi, Voglio andare via e Un vero amico. Due anni dopo, nell’album Ascolta, interpreta ben quattro brani: Capita quando capita, insieme agli altri, e, per l’unica volta nella discografia del gruppo, interpreta interamente due brani: Per dimenticare te e Dove sono gli altri tre, oltre a interpretare i finali dei ritornelli di La donna di cuori (canzone cantata all’unisono); per questo album, oltre a Capita quando capita, La donna di cuori e Dove sono gli altri tre, scrive anche i testi di Vivi, Cosa sarà di noi, Io e te e 335 – La posta del cuore. L’anno successivo, nella raccolta La grande festa, scrive il testo e interpreta la canzone Destini, con gli altri componenti del gruppo, mentre nel 2006 interpreta il ritornello finale della canzone L’amore costa, uno dei due inediti inseriti nei due live Noi con voi e Noi con voi – Versione integrale, rispettivamente del 2006 e 2007. La sua ultima canzone cantata interamente da solo risale all’album di “cover” Beat ReGeneration del 2008, nel quale interpreta la canzone Un ragazzo di strada (canzone già cantata dai Brogues, col titolo I Ain’t No Miracle Worker, poi cantata da I Corvi), la canzone Gioco di bimba, con gli altri componenti del gruppo. Il 30 settembre 2009 D’Orazio lascia i Pooh, dopo un tour di 38 date conclusosi a Milano e dopo un’ultima canzone inedita cantata a quattro voci, Ancora una notte insieme, contenuta nella raccolta omonima. Nel 2015 rientra nel gruppo per la commemorazione del cinquantennale, in occasione del quale scrive gli ultimi suoi tre testi per il gruppo: Tante storie fa, Le cose che vorrei, Ancora una canzone, che sono anche le uniche canzoni di tutta la discografia del gruppo (se si esclude la canzone I cinque orsacchiotti, registrata nel 1966, ma esclusa dall’album Per quelli come noi) interpretate a cinque voci alternate (visto che oltre a lui, è rientrato nel gruppo anche Riccardo Fogli).
Gli esordi
Nato e cresciuto nel quartiere romano di Monteverde, inizia a suonare la batteria, acquistata di seconda mano, con Elvira Valdevit e sin dagli anni del liceo con il proprio primo gruppo chiamato The Kings, dal nome del complesso dal quale acquistò la batteria, di ispirazione beat. La band cambia poco dopo il nome in The Sunshines e inizia a esibirsi in un locale della periferia romana, suonando unicamente pezzi strumentali degli Shadows, in quanto non avevano i mezzi per procurarsi un impianto voci; con questo gruppo, inoltre, Stefano esordì come paroliere, scrivendo il testo di Ballano male. Terminata questa iniziale esperienza, D’Orazio si arrangiò facendo, per un breve periodo, da colonna sonora allo spettacolo underground per percussioni e voci “Osram” di Carmelo Bene e Cosimo Cinieri, organizzato nel locale “Beat ’72”. Successivamente entra nel gruppo Italo e il suo complesso, poi rinominato I Naufraghi. Anche quell’esperienza fu di breve durata cosicché aprì a Roma due “Cantine Club”, locali all’interno dei quali si esibivano i gruppi inglesi reduci dal “Piper”. A tale attività associò quella di turnista presso la RCA, potendo così pagare parte delle cambiali e l’acquisto della batteria Ludwig. Per autofinanziarsi e non pesare sul bilancio familiare D’Orazio fece la comparsa in vari film a Cinecittà grazie all’intercessione dell’attore Marcello di Falco: Rita la figlia americana; in Capriccio all’italiana, nell’episodio Il mostro della domenica, recitò letteralmente ai piedi di Totò; Bill il taciturno, Django spara per primo, Due croci a Danger Pass, Little Rita nel Far West, L’età del malessere, Pronto… c’è una certa Giuliana per te, Per 100.000 dollari t’ammazzo. Successivamente fa parte prima dei The Planets, poi del gruppo Pataxo and the Others e infine de Il Punto, con il quale collabora alla colonna sonora del film Ettore lo fusto, da cui viene estratto un 45 giri.
Pooh
L’8 settembre 1971 entra a far parte dei Pooh, in seguito all’uscita di Valerio Negrini (che da lì in poi si occupò solamente della scrittura dei testi delle canzoni). La band già conosceva il batterista romano e nonostante le ritrosie del produttore Giancarlo Lucariello, lo accolse; dopo una settimana di prove al Vun Vun di Roma, dal successivo 20 settembre esordisce con una serie di serate di rodaggio in Sardegna. La prima canzone interpretata da solista nei concerti dal vivo è stata Tutto alle tre, ereditata dal suo predecessore Negrini. Dal 1975 si affianca a Valerio Negrini come paroliere, in quanto firma il testo di Eleonora mia madre, inclusa nell’lp Un po’ del nostro tempo migliore e, nel successivo Forse ancora poesia, firma il testo di Peter jr. Nel 1976, con il brano Fare, sfare, dire, indovinare, incluso nell’album Poohlover (il primo prodotto dopo la collaborazione con Lucariello) approdò alla prima esperienza come cantante solista su disco; nei precedenti dischi non aveva parti soliste ma cantava nelle parti corali, utilizzando spesso il falsetto nell’armonizzazione a quattro voci dei brani. Per questo album oltre a scrivere il testo della canzone sopra citata, scrive anche Storia di una lacrima. L’anno successivo scrive il testo di Che ne fai di te, inclusa nell’album Rotolando respirando, mentre l’anno seguente scrive i testi delle canzoni Pronto, buongiorno è la sveglia e La leggenda di Mautoa, entrambe incluse nell’album Boomerang; nel 1979 scrive i testi delle canzoni Rubiamo un’isola e Così ti vorrei, per l’album Viva, poi nel successivo album Stop scrive i testi di Numero uno e Aria di mezzanotte. A partire dal 1981, con Buona fortuna, da lui scritta per l’omonimo album insieme a Lascia che sia, propone agli altri membri dei Pooh di cantare in ogni disco almeno un pezzo a quattro voci alternate; in questo modo s’interrompe il consolidato uso di lasciare le parti vocali soliste al duo Facchinetti-Battaglia; di conseguenza, l’anno successivo è la volta di Anni senza fiato, lato b del singolo omonimo. D’Orazio cura anche parte dell’area manageriale dei Pooh, e nel 1983 fonda l’etichetta First. Quello stesso anno interpreta, sempre con gli altri tre, il brano Tropico del nord, da lui scritta insieme a Lettera da Berlino Est, contenuta nell’album omonimo; inoltre lo stesso anno interpreta la cover Happy Christmas (War is Over), sempre con gli altri tre. L’anno successivo interpreta La mia donna e Il giorno prima, entrambe inserite nell’album Aloha ed entrambe cantate a quattro voci alternate; inoltre per lo stesso album scrive i testi di Stella del sud e Canzone per Lilli. Nel 1985 scrive e interpreta il brano Se c’è un posto nel tuo cuore, incluso nell’album Asia non Asia, che rimarrà negli anni la canzone più significativa di questo disco e che viene puntualmente riproposta live: si tratta della prima canzone dei Pooh, tra quelle registrate in studio, interpretata interamente da Stefano. Questo brano venne utilizzato anche come sigla de Il processo del lunedì; inoltre in quello stesso album interpreta Per noi che partiamo, della quale scrive anche il testo, e Per chi merita di più, entrambe cantate a quattro voci alternate. L’anno successivo, nell’album del ventennale, Giorni infiniti, scrive i testi di Amore e dintorni e Goodbye, brano che i Pooh interpretano a quattro voci alternate; sul finire dell’anno viene pubblicata la canzone Forse Natale, interpretata a quattro voci alternate, della quale scrive il testo. La canzone, per la verità, era stata registrata nel dicembre 1985, a Sidney, nel corso del tour promozionale dell’album Asia non Asia, ma i Pooh decisero di tenerla nascosta per otto mesi. Nell’album Il colore dei pensieri del 1987, interpreta la canzone Tu dov’eri, insieme agli altri tre, ed il brano Non sei lei, e scrive i testi di Io sto con te e Siamo ancora sulla strada, mentre nel 1988, nell’album Oasi, interpreta il brano Io da solo, con gli altri tre, e inoltre scrive e interpreta la canzone autobiografica La ragazza con gli occhi di sole; a partire da questo album, in ogni successivo lavoro ci sarà almeno una canzone interpretata interamente da lui; inoltre per questo album scrive il testo di Che vuoi che sia. Due anni dopo interpreta le canzoni Uomini soli, Donne italiane e Tu vivrai, con gli altri tre, e interamente la canzone Giulia si sposa (scritta da Negrini e Facchinetti), contenute nell’album Uomini soli; inoltre per lo stesso album scrive i testi di Napoli per noi e Non solo musica. Due anni dopo interpreta le canzoni Il cielo è blu sopra le nuvole e In Italia si può, insieme agli altri componenti, scrive il testo e interpreta da solista (su musica di Dodi Battaglia) 50 primavere, dedicata alle nozze d’oro dei genitori, contenute nell’album Il cielo è blu sopra le nuvole, per il quale scrive anche i testi di Stare senza di te e La donna infinita. Nell’album successivo, Musicadentro, pubblicato nel 1994, scrive e interpreta A cent’anni non si sbaglia più, inoltre scrive il testo di Senza musica e senza parole e di E non serve che sia Natale che interpreta con gli altri tre. L’anno seguente viene pubblicato l’unico brano della storia del gruppo scritto da tutti e quattro i componenti: si tratta dell’inedito Buonanotte ai suonatori, del quale D’Orazio scrive il testo e realizza l’interpretazione insieme con gli altri: il brano è contenuto nel live omonimo. La canzone, per la verità, era stata registrata nel 1987, a Zurigo, nel corso del tour promozionale dell’album Il colore dei pensieri, ma fino ad allora non era mai stata pubblicata. Nell’album del trentennale, Amici per sempre, (1996), interpreta, insieme agli altri tre, sia la canzone che dà il titolo all’album (a Stefano toccano i primi due versi della frase di passaggio dalla terza strofa al secondo ritornello) sia C’è bisogno di un piccolo aiuto, da lui stesso scritta. Preparando l’album Stefano inizialmente propone, su musica di Roby, un testo dal titolo Chissà se c’è un prato là dove sei adesso, dedicato alla memoria di suo padre, da poco scomparso, e che ovviamente avrebbe dovuto interpretare; ma gli altri componenti preferiscono non trattare il tema della morte quindi, oltre a stravolgere completamente il testo, diventato Innamorati sempre, innamorati mai, interpreta un’altra canzone, Le donne mi hanno detto (scritta da Valerio Negrini e Roby Facchinetti); sempre per il medesimo album scrive inoltre i testi dei brani La donna del mio amico, che fu il brano di maggior successo del disco, e Cercando di te. Nel 1997 scrive il testo e interpreta la canzone Brava la vita, contenuta nella raccolta The Best of Pooh, insieme agli altri componenti del gruppo. Nel 1998 i Pooh pubblicarono un album in cui riarrangiarono e reinterpretarono le loro canzoni delle origini, dal titolo Un minuto prima dell’alba, che altro non era che il primo cd del cofanetto celebrativo Poohbook; in questo album Stefano interpretò la canzone La solita storia, originariamente interpretata da Negrini, e che era contenuta nel loro album d’esordio Per quelli come noi del 1966; l’anno successivo Stefano interpreta le canzoni Se balla da sola e 20.000 leghe sopra i cieli (della quale scrive anche il testo), insieme agli altri tre e scrive e interpreta la canzone pop-dance Dimmi di si, che è tuttora la canzone di maggior successo dell’album Un posto felice; inoltre per il medesimo album scrive i testi di Mi manchi, Quando lui ti chiederà di me, Io ti aspetterò e Eravamo ragazzi. L’anno successivo ha l’onore di aprire l’album Cento di queste vite, con la canzone Un grande amore (scritta da Valerio Negrini e Roby Facchinetti), ancora un brano pop-dance, che nel testo e nella melodia è l’ideale seguito della precedente Dimmi di sì; inoltre interpreta la canzone I respiri del mondo, insieme agli altri membri del gruppo; per il medesimo album scrive poi i testi di Non dimenticarti di me, Stai con me, Ti sposerei domani, Io ti vorrei di più, Buona fortuna e buon viaggio e L’altra faccia dell’amore. Nel 2001 scrive il testo della canzone E arrivi tu, contenuta nella raccolta Best of the Best. Scrive poi la maggior parte dei testi del musical Pinocchio del gruppo, nel cui concept-album interpreta le canzoni Gatto & Volpe S.p.A. (in coppia con Red), Che tempi bui (in coppia con Dodi), delle quali scrive anche i testi, e Galleggiando; inoltre scrive i testi di Vita, Il paese dei balocchi, Voglio andare via e Un vero amico. Due anni dopo, nell’album Ascolta, interpreta ben quattro brani: Capita quando capita, insieme agli altri, e, per l’unica volta nella discografia del gruppo, interpreta interamente due brani: Per dimenticare te e Dove sono gli altri tre, oltre a interpretare i finali dei ritornelli di La donna di cuori (canzone cantata all’unisono); per questo album, oltre a Capita quando capita, La donna di cuori e Dove sono gli altri tre, scrive anche i testi di Vivi, Cosa sarà di noi, Io e te e 335 – La posta del cuore. L’anno successivo, nella raccolta La grande festa, scrive il testo e interpreta la canzone Destini, con gli altri componenti del gruppo, mentre nel 2006 interpreta il ritornello finale della canzone L’amore costa, uno dei due inediti inseriti nei due live Noi con voi e Noi con voi – Versione integrale, rispettivamente del 2006 e 2007. La sua ultima canzone cantata interamente da solo risale all’album di “cover” Beat ReGeneration del 2008, nel quale interpreta la canzone Un ragazzo di strada (canzone già cantata dai Brogues, col titolo I Ain’t No Miracle Worker, poi cantata da I Corvi), la canzone Gioco di bimba, con gli altri componenti del gruppo. Il 30 settembre 2009 D’Orazio lascia i Pooh, dopo un tour di 38 date conclusosi a Milano e dopo un’ultima canzone inedita cantata a quattro voci, Ancora una notte insieme, contenuta nella raccolta omonima. Nel 2015 rientra nel gruppo per la commemorazione del cinquantennale, in occasione del quale scrive gli ultimi suoi tre testi per il gruppo: Tante storie fa, Le cose che vorrei, Ancora una canzone, che sono anche le uniche canzoni di tutta la discografia del gruppo (se si esclude la canzone I cinque orsacchiotti, registrata nel 1966, ma esclusa dall’album Per quelli come noi) interpretate a cinque voci alternate (visto che oltre a lui, è rientrato nel gruppo anche Riccardo Fogli).
Progetti solisti
Nel 1975 ingaggiato dal suo ex produttore Giancarlo Lucariello, è autore di tutte le 11 tracce del disco di esordio di Alice La mia poca grande età. Nel 1977 insieme a Dodi Battaglia, Roby Facchinetti e al suo predecessore Valerio Negrini dà vita al gruppo Mediterraneo System che incide un solo 45 giri. Nel 1978 sempre per Alice firma tre canzoni per il suo secondo album Cosa resta… un fiore. Con la fondazione dell’etichetta First nel 1983, inizia a occuparsi di progetti collaterali ai Pooh. Produce il primo Lp solista di Roby Facchinetti, scrivendo inoltre il testo di Din Din Din, interpretato dallo stesso Facchinetti insieme alla figlia dodicenne Alessandra. In seguito produce i dischi di Roberta Voltolini e di Lena Biolcati, per lungo tempo sua compagna. Nel 1986 scrive il testo della canzone Grande grande amore per Lena Biolcati, con il quale vince il Festival di Sanremo nella sezione Nuove Proposte. Dopo Il musical Pinocchio dei Pooh, collabora con Lena Biolcati sia nella realizzazione dei testi dei musical di Manuel Frattini, sia nella gestione di una scuola di musica. In seguito alla fuoriuscita dai Pooh decide di dedicarsi alla scrittura dei musical. Nel febbraio 2010 annuncia l’uscita di Aladin, musical da lui scritto e per il quale i suoi tre ex colleghi (Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian) compongono le musiche; lo spettacolo debutta il 7 Agosto al Teatro La Versiliana di Pietrasanta e rimane in scena per i teatri di tutta Italia, con oltre 200 repliche sold out che valgono il biglietto d’oro come campione d’incassi della stagione 2010-2011. Dal 27 marzo al 29 maggio 2010 è giudice nella terza edizione del programma Ti lascio una canzone, presentato da Antonella Clerici. Sempre nel 2010 scrive i testi italiani del musical Mamma Mia su richiesta degli ABBA; lo spettacolo esordisce al Teatro Nazionale di Milano ed anche questo, come il precedente, rimane in scena per due anni tra Milano e Roma. Nell’ottobre 2010, Il musical Pinocchio di Saverio Marconi, di cui D’Orazio scrive i testi con Valerio Negrini, viene messo in scena a Broadway e poi al Danny Kaye Theatre, dopo 460 repliche in sette anni di programmazione. Per il suo impegno artistico e i suoi 40 anni di carriera, nel 2011 gli viene dedicata una statua al Museo delle cere di Roma. Nel dicembre 2011 lavora su W Zorro, con le musiche di Roby Facchinetti, che esordisce al Teatro Sistina di Roma ed è portato in tournée nella stagione teatrale 2012/2013. A novembre 2012 pubblica il libro autobiografico Confesso che ho stonato – Una vita da Pooh (Feltrinelli/Kowalsky). Nell’estate 2013 affianca nuovamente Saverio Marconi, in questo caso nella scrittura del musical Cercasi Cenerentola, rivisitazione in chiave moderna della nota favola scritta dai Fratelli Grimm; lo spettacolo ha come protagonisti Paolo Ruffini e Manuel Frattini, le musiche composte da Stefano Cenci; lo spettacolo debutta agli inizi del 2014 al Teatro Brancaccio di Roma ed è portato in tournée nella stagione teatrale 2014/2015. Nel 2017 scrive i testi delle canzoni Inseguendo la mia vita e Arianna per l’album Insieme, di Roby Facchinetti e Riccardo Fogli. A settembre 2018 pubblica il suo secondo libro Non mi sposerò mai – Come organizzare il matrimonio perfetto senza avere alcuna voglia di sposarsi (Baldini+Castoldi). Ad aprile 2019 riprende in mano un progetto, intrapreso subito dopo la Reunion: un’opera tra il rock e il sinfonico, che rilegge la storia di Parsifal, per la quale si avvale delle musiche di Roby Facchinetti. Nel frattempo scrive due romanzi; con Stefano Cenci, scrive delle canzoni per una commedia di Maurizio Micheli. Tutti questi progetti sarebbero dovuti uscire nel 2020 ma, a causa della pandemia di COVID-19, è costretto a rimandarli tutti a data da destinarsi. A marzo 2020 scrive il testo del singolo Rinascerò rinascerai, di Roby Facchinetti. La canzone, arrangiata da Danilo Ballo, in pochi giorni viene messa a disposizione sulle piattaforme digitali. Tanto SIAE quanto Sony Music devolveranno tutti i diritti in favore dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Questo brano, in seguito, è stato inserito nell’album solista di Roby, intitolato Inseguendo la mia musica, per il quale scrive anche il testo del secondo singolo Fammi volare, pubblicato nel settembre 2020, e di altri due brani: Invisibili e L’ultima parola.
Vita privata e morte
Il 12 settembre 2017, giorno del suo sessantanovesimo compleanno, sposò con rito civile la compagna Tiziana Giardoni, con la quale conviveva dal 2007. Non aveva figli, ma ha cresciuto e si considerava a tutti gli effetti padre di Silvia Di Stefano, figlia di Lena Biolcati. Muore la sera del 6 novembre 2020 presso il Policlinico Agostino Gemelli all’età di 72 anni per le complicanze causate dal COVID-19. L’annuncio della sua scomparsa è stato dato poche ore dopo da Roby Facchinetti sui social, oltre che in diretta televisiva da Loretta Goggi, Giorgio Panariello e Vincenzo Salemme durante la trasmissione del programma Tale e Quale Show. Il 9 novembre si è svolto il corteo funebre dal Campidoglio fino alla Basilica di Santa Maria in Montesanto, nota come la Chiesa degli artisti a Piazza del Popolo, dove si sono celebrate le esequie. È sepolto nel cimitero di Maccarese, accanto ai genitori. Il 5 dicembre 2020 Rai 1 gli dedica Ciao Stefano, amico per sempre, una serata speciale fatta di aneddoti e documenti inediti per raccontare la lunga carriera con i Pooh. Inoltre è stata anche un’occasione per rivedere uno degli ultimi concerti che hanno tenuto allo Stadio di San Siro, nel 2016. A D’Orazio, dopo la morte, vengono dedicati i brani di Dodi e Roby Una storia al presente e L’ultima parola, che curiosamente si tratta dell’ultimo testo scritto da Stefano.
Opere postume
Il 18 marzo 2021, per volontà della moglie, viene pubblicato il suo primo romanzo Tsunami (La Corte Editore).
Nel 1975 ingaggiato dal suo ex produttore Giancarlo Lucariello, è autore di tutte le 11 tracce del disco di esordio di Alice La mia poca grande età. Nel 1977 insieme a Dodi Battaglia, Roby Facchinetti e al suo predecessore Valerio Negrini dà vita al gruppo Mediterraneo System che incide un solo 45 giri. Nel 1978 sempre per Alice firma tre canzoni per il suo secondo album Cosa resta… un fiore. Con la fondazione dell’etichetta First nel 1983, inizia a occuparsi di progetti collaterali ai Pooh. Produce il primo Lp solista di Roby Facchinetti, scrivendo inoltre il testo di Din Din Din, interpretato dallo stesso Facchinetti insieme alla figlia dodicenne Alessandra. In seguito produce i dischi di Roberta Voltolini e di Lena Biolcati, per lungo tempo sua compagna. Nel 1986 scrive il testo della canzone Grande grande amore per Lena Biolcati, con il quale vince il Festival di Sanremo nella sezione Nuove Proposte. Dopo Il musical Pinocchio dei Pooh, collabora con Lena Biolcati sia nella realizzazione dei testi dei musical di Manuel Frattini, sia nella gestione di una scuola di musica. In seguito alla fuoriuscita dai Pooh decide di dedicarsi alla scrittura dei musical. Nel febbraio 2010 annuncia l’uscita di Aladin, musical da lui scritto e per il quale i suoi tre ex colleghi (Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian) compongono le musiche; lo spettacolo debutta il 7 Agosto al Teatro La Versiliana di Pietrasanta e rimane in scena per i teatri di tutta Italia, con oltre 200 repliche sold out che valgono il biglietto d’oro come campione d’incassi della stagione 2010-2011. Dal 27 marzo al 29 maggio 2010 è giudice nella terza edizione del programma Ti lascio una canzone, presentato da Antonella Clerici. Sempre nel 2010 scrive i testi italiani del musical Mamma Mia su richiesta degli ABBA; lo spettacolo esordisce al Teatro Nazionale di Milano ed anche questo, come il precedente, rimane in scena per due anni tra Milano e Roma. Nell’ottobre 2010, Il musical Pinocchio di Saverio Marconi, di cui D’Orazio scrive i testi con Valerio Negrini, viene messo in scena a Broadway e poi al Danny Kaye Theatre, dopo 460 repliche in sette anni di programmazione. Per il suo impegno artistico e i suoi 40 anni di carriera, nel 2011 gli viene dedicata una statua al Museo delle cere di Roma. Nel dicembre 2011 lavora su W Zorro, con le musiche di Roby Facchinetti, che esordisce al Teatro Sistina di Roma ed è portato in tournée nella stagione teatrale 2012/2013. A novembre 2012 pubblica il libro autobiografico Confesso che ho stonato – Una vita da Pooh (Feltrinelli/Kowalsky). Nell’estate 2013 affianca nuovamente Saverio Marconi, in questo caso nella scrittura del musical Cercasi Cenerentola, rivisitazione in chiave moderna della nota favola scritta dai Fratelli Grimm; lo spettacolo ha come protagonisti Paolo Ruffini e Manuel Frattini, le musiche composte da Stefano Cenci; lo spettacolo debutta agli inizi del 2014 al Teatro Brancaccio di Roma ed è portato in tournée nella stagione teatrale 2014/2015. Nel 2017 scrive i testi delle canzoni Inseguendo la mia vita e Arianna per l’album Insieme, di Roby Facchinetti e Riccardo Fogli. A settembre 2018 pubblica il suo secondo libro Non mi sposerò mai – Come organizzare il matrimonio perfetto senza avere alcuna voglia di sposarsi (Baldini+Castoldi). Ad aprile 2019 riprende in mano un progetto, intrapreso subito dopo la Reunion: un’opera tra il rock e il sinfonico, che rilegge la storia di Parsifal, per la quale si avvale delle musiche di Roby Facchinetti. Nel frattempo scrive due romanzi; con Stefano Cenci, scrive delle canzoni per una commedia di Maurizio Micheli. Tutti questi progetti sarebbero dovuti uscire nel 2020 ma, a causa della pandemia di COVID-19, è costretto a rimandarli tutti a data da destinarsi. A marzo 2020 scrive il testo del singolo Rinascerò rinascerai, di Roby Facchinetti. La canzone, arrangiata da Danilo Ballo, in pochi giorni viene messa a disposizione sulle piattaforme digitali. Tanto SIAE quanto Sony Music devolveranno tutti i diritti in favore dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Questo brano, in seguito, è stato inserito nell’album solista di Roby, intitolato Inseguendo la mia musica, per il quale scrive anche il testo del secondo singolo Fammi volare, pubblicato nel settembre 2020, e di altri due brani: Invisibili e L’ultima parola.
Vita privata e morte
Il 12 settembre 2017, giorno del suo sessantanovesimo compleanno, sposò con rito civile la compagna Tiziana Giardoni, con la quale conviveva dal 2007. Non aveva figli, ma ha cresciuto e si considerava a tutti gli effetti padre di Silvia Di Stefano, figlia di Lena Biolcati. Muore la sera del 6 novembre 2020 presso il Policlinico Agostino Gemelli all’età di 72 anni per le complicanze causate dal COVID-19. L’annuncio della sua scomparsa è stato dato poche ore dopo da Roby Facchinetti sui social, oltre che in diretta televisiva da Loretta Goggi, Giorgio Panariello e Vincenzo Salemme durante la trasmissione del programma Tale e Quale Show. Il 9 novembre si è svolto il corteo funebre dal Campidoglio fino alla Basilica di Santa Maria in Montesanto, nota come la Chiesa degli artisti a Piazza del Popolo, dove si sono celebrate le esequie. È sepolto nel cimitero di Maccarese, accanto ai genitori. Il 5 dicembre 2020 Rai 1 gli dedica Ciao Stefano, amico per sempre, una serata speciale fatta di aneddoti e documenti inediti per raccontare la lunga carriera con i Pooh. Inoltre è stata anche un’occasione per rivedere uno degli ultimi concerti che hanno tenuto allo Stadio di San Siro, nel 2016. A D’Orazio, dopo la morte, vengono dedicati i brani di Dodi e Roby Una storia al presente e L’ultima parola, che curiosamente si tratta dell’ultimo testo scritto da Stefano.
Opere postume
Il 18 marzo 2021, per volontà della moglie, viene pubblicato il suo primo romanzo Tsunami (La Corte Editore).
RICCARDO FOGLI BIOGRAFIA:
Riccardo Fogli (Pontedera, 21 ottobre 1947) è un cantautore e bassista italiano. Frontman e bassista dei Pooh tra il 1966 e il 1973 e tra il 2015 e il 2016, poi vincitore da solista del 32º Festival di Sanremo e della prima edizione del reality show Music Farm, ha inciso complessivamente 32 album.
Riccardo Fogli (Pontedera, 21 ottobre 1947) è un cantautore e bassista italiano. Frontman e bassista dei Pooh tra il 1966 e il 1973 e tra il 2015 e il 2016, poi vincitore da solista del 32º Festival di Sanremo e della prima edizione del reality show Music Farm, ha inciso complessivamente 32 album.
1966-1973: il periodo con i Pooh
Riccardo Fogli, dopo una brevissima permanenza nei Jet di Pontedera (band dal profilo amatoriale) esordisce nel settore della musica leggera come frontman e bassista di un complesso rock che fa base a Piombino, formatosi nel 1961 grazie alla forte spinta intraprendente di Ivo Saggini e di Tullio Anselmi. Quest’ultimo e il figlio Nedo (chitarrista) convocano Marino Alberti (batterista), Piero Ballini (chitarrista) e Vincenzo Doni (organista). The Slenders, (Gli Smilzi, questo il nome della band) attendono di trovare un bassista che di lì a poco viene individuato nel giovanissimo Fogli, che nell’estate del 1963 debutta nella formazione all’hotel Hermitage dell’isola d’Elba. La band in quella occasione si presenta al pubblico sotto lo pseudonimo The Slenders & Tony Rio (soprannome, quest’ultimo, sotto il quale si cela Riccardo Fogli). Il quintetto si compatta e nel 1965, in vista delle prime trasferte extra-regionali, acquista un furgone. Nel 1966, reduce l’anno precedente dalla partecipazione alla Festa degli Sconosciuti di Ariccia (dove il Complesso si è piazzato al secondo posto), la band viene scritturata da Leo Wächter, che ingaggia il quintetto in prova per un mese a conclusione del quale gli prospetta di suonare al Piper-Club di Milano. A Piombino Fogli lavora come gommista mentre gli altri componenti della band sono impiegati presso lo stabilimento delle Acciaierie e per poter suonare chiedono e ottengono sei mesi di aspettativa. Quella al Piper di Milano, in occasione della quale avviene l’incontro tra Fogli e la prima formazione dei Pooh (allora capitanata da Valerio Negrini e Mauro Bertoli), è una delle ultime esibizioni della band. Impressionati dallo stile canoro del giovane Fogli e dalla sua tecnica al basso, dopo il concerto i musicisti del complesso dei Pooh gli chiedono di entrare nella formazione in sostituzione di Gilberto Faggioli, che già da qualche tempo si trova in forte divergenza con le scelte musicali dei compagni e per ciò è stato estromesso dal sodalizio. Di contro, i componenti della band a cui fa capo Fogli, senza un contratto discografico e attraversati da un clima di smobilitazione, dovuto alle ristrettezze economiche, sono in procinto di sciogliere la band. Il passaggio di Riccardo Fogli nel ruolo di bassista da una formazione all’altra avviene non senza compromessi: Saggini e soci chiedono a Valerio Negrini di accollarsi le rate del furgone della band che ancora stavano finendo di pagare. Così il complesso dei Pooh si ritrova con un nuovo bassista, che in dotazione, oltre al furgone e alle ammiratrici, porta pure la canzone Nel buio, cover di I looked in the mirror, che i Pooh inseriranno sia nella scaletta dei concerti sia nel primo album, Per quelli come noi, uscito nell’ottobre del 1966. Il ruolo di Riccardo nel primo LP della band è comunque marginale; si occupa dei cori e delle parti di basso dei brani non ancora registrati. Alcune canzoni erano infatti già state incise e pubblicate in precedenza. Fra i brani che rimangono fuori dal disco, spicca I cinque orsacchiotti, nel quale i 5 musicisti, a turno, interpretano una delle strofe (l’ultima viene affidata a Fogli). In seguito, dopo l’abbandono di Mauro Bertoli, il complesso si assesta in quartetto. Escono alcuni singoli di successo, Piccola Katy e In silenzio, entrambi affidati all’interpretazione di Riccardo, il quale diventa leader vocale della band anche nel successivo long playing Contrasto, uscito nel 1969. Riccardo è anche voce principale di Mary Ann, Un minuto prima dell’alba e Goodbye Madame Butterfly. Quando i Pooh incidono Memorie nel 1970, è già chiara la posizione di Riccardo come unica voce della band, il che lascia pochissimo spazio sia a Roby Facchinetti sia a Valerio Negrini. Il ruolo di leader vocale della band si incrina quando il complesso passa alla CGD (catalogo CBS), nel 1970; nel giugno di quell’anno, Riccardo esordisce come solista con il 45 giri Zan zan/I 10 comandamenti dell’amore, inciso con lo pseudonimo Renzo insieme a Virginia, ovvero Viola Valentino, sempre per la Vedette. Il produttore dei Pooh, Giancarlo Lucariello, non volendo lasciare al solo Riccardo il ruolo di voce principale, decide di affidare a Dodi Battaglia il cantato di Tanta voglia di lei, il 45 giri che lancerà il complesso dei Pooh nell’Olimpo della canzone.
A Riccardo viene affidata l’esecuzione vocale del brano Pensiero. Nell’album Opera prima, uscito nel 1971, Riccardo interpreta pure Che favola sei, Alle nove in centro e la prima strofa cantata (dopo il parlato di Valerio Negrini) del brano Opera prima. L’insofferenza al ruolo di comprimario porta Riccardo a lasciare la band nel 1973, nel bel mezzo del tour per l’album Alessandra. Lucariello ha affidato i singoli più importanti del disco ancora a Battaglia, togliendo sempre più spazio a Riccardo, che comunque ha il proprio spazio in Nascerò con te, Col tempo, con l’età e nel vento, (Cantato in coppia con Battaglia), Donna al buio, bambina al sole, Quando una lei va via e Alessandra, canzoni evergreen del repertorio della band.
Dopo i Pooh: 1973-1979
A questo punto Fogli nei Pooh si sente come un re senza corona e, aiutato dai consigli di Patty Pravo, all’epoca divenuta la sua amante, che lo convince a lasciare il gruppo per intraprendere la carriera solista, si separa definitivamente dalla band. Nel 1973, mentre i Pooh pubblicano il pluridecorato Parsifal, proposto anche in una fortunata tournée americana, Riccardo Fogli battezza il proprio esordio da solista con un LP che rimane pressoché sconosciuto, Ciao amore, come stai. Da questo album vengono estratti alcuni singoli, ma la scelta di Fogli sembra rivelarsi un fallimento, abbandonare un gruppo destinato a lasciare un segno indelebile nella storia per far musica per conto proprio, senza avere riscontri né dal pubblico né dalla critica. Nel 1974 partecipa al Festival di Sanremo col brano Complici, di Carla Vistarini e Luigi Lopez, a cui fa seguito un brano dal sapore progressive, Amico sei un gigante. L’anno successivo pubblica il singolo Guardami (con il quale partecipa a Un disco per l’estate), un brano che rimanda molto agli anni sessanta che stenta a trovare spazio nei juke box. Un disco, interamente cantato in spagnolo, delle canzoni dei primi anni di Fogli, segue le incisioni italiane. Nel 1976 arriva una svolta nella carriera di Fogli: il 45 giri Mondo, brano di Carla Vistarini e Luigi Lopez, diventa un successo e il nome dell’ex bassista dei Pooh comincia finalmente a circolare nei grossi circuiti nazionali. Grazie a Mondo, il cantante entra nella Top Ten della Hit Parade e partecipa al Festivalbar, ritirando il Premio Disco Verde. Sempre in quell’anno, pubblica il suo secondo LP, intitolato semplicemente Riccardo Fogli, che include fra le altre una canzone del suo periodo nei Pooh, In silenzio, che viene rivisitata in una particolare versione rallentata, con una sezione orchestrale a far di contorno. L’intro ricorda però Infiniti noi dei Pooh, pubblicata nel 1973. Nel disco trovano spazio anche Mi manca, brano scritto da Umberto Tozzi che verrà incluso sia nell’album dell’artista toscano sia in quello del giovane cantautore torinese. Fra le due versioni, l’unica differenza sarà il testo, leggermente modificato dal paroliere Giancarlo Bigazzi. Con Giancarlo Lucariello che produce i suoi dischi, Riccardo torna in auge e pubblica nel 1977 il singolo Stella di Carla Vistarini e Luigi Lopez, che diventa una hit importante della sua carriera, anche se con successo inferiore al precedente Mondo. Il seguente LP, Il sole, l’aria, la luce, il cielo, esce nel 1977 e segna una tappa importante della carriera di Fogli, forse vagamente datato per il periodo nel quale è uscito, ma che delinea i contorni dell’ex ragazzo del ’66. Nel disco sono incluse canzoni come Anna ti ricordi, Il giorno comincia qui, Ricordati, Paola, le ultime due vanno a comporre il 45 giri uscito in seguito per promuovere il disco. Gran parte dei brani vengono affidati alla penna della poetessa Carla Vistarini e di vari autori delle musiche. Riccardo scrive i testi di sole due canzoni, l’eterea e emozionante Vendo sogni e Dolce straniera. Nel 1978 esce la raccolta Io ti porto via, che include quattro canzoni inedite tra le quali la title-track. Il grande successo arriva nel 1979, con il singolo Che ne sai, che rimane per moltissimo tempo nelle prime posizioni in classifica, accompagnando il successo dell’omonimo LP nel quale si trovano anche due brani firmati dall’ex compagno di gruppo Roby Facchinetti. Fogli lascia un’impronta importante di sé come interprete raffinato e gentile della canzone italiana, negli anni del cantautorato, del punk, dei giovani ribelli, e si presenta sia nella musica sia nell’abbigliamento come un giovane damerino in frac, proprio come nella copertina del disco. Altri singoli importanti sono Pace, Non mi lasciare e Che amore vuoi che sia. La maggior parte dei brani è composta da Maurizio Fabrizio, che si occupa anche degli arrangiamenti, e dal paroliere Guido Morra, già autore dei testi delle canzoni di Gianni Togni. Sempre nel 1979 dovrebbe uscire l’album Matteo, prodotto da Fogli e Marcello Aitiani, con testi scritti interamente da Fogli, ma il disco viene bloccato dall’etichetta discografica perché ritenuto troppo “diverso” (si tratta di un concept album di rock progressive nel quale si narra la vita di un uomo ripresa al contrario, dalla morte alla nascita, in pratica un disco al contrario rispetto a quello fatto con i Pooh dieci anni prima, ovvero Memorie) dal genere che ha portato alla ribalta Fogli, il pubblico ne sarebbe rimasto spiazzato. Il brano Festa viene incluso in Che ne sai.
Riccardo Fogli, dopo una brevissima permanenza nei Jet di Pontedera (band dal profilo amatoriale) esordisce nel settore della musica leggera come frontman e bassista di un complesso rock che fa base a Piombino, formatosi nel 1961 grazie alla forte spinta intraprendente di Ivo Saggini e di Tullio Anselmi. Quest’ultimo e il figlio Nedo (chitarrista) convocano Marino Alberti (batterista), Piero Ballini (chitarrista) e Vincenzo Doni (organista). The Slenders, (Gli Smilzi, questo il nome della band) attendono di trovare un bassista che di lì a poco viene individuato nel giovanissimo Fogli, che nell’estate del 1963 debutta nella formazione all’hotel Hermitage dell’isola d’Elba. La band in quella occasione si presenta al pubblico sotto lo pseudonimo The Slenders & Tony Rio (soprannome, quest’ultimo, sotto il quale si cela Riccardo Fogli). Il quintetto si compatta e nel 1965, in vista delle prime trasferte extra-regionali, acquista un furgone. Nel 1966, reduce l’anno precedente dalla partecipazione alla Festa degli Sconosciuti di Ariccia (dove il Complesso si è piazzato al secondo posto), la band viene scritturata da Leo Wächter, che ingaggia il quintetto in prova per un mese a conclusione del quale gli prospetta di suonare al Piper-Club di Milano. A Piombino Fogli lavora come gommista mentre gli altri componenti della band sono impiegati presso lo stabilimento delle Acciaierie e per poter suonare chiedono e ottengono sei mesi di aspettativa. Quella al Piper di Milano, in occasione della quale avviene l’incontro tra Fogli e la prima formazione dei Pooh (allora capitanata da Valerio Negrini e Mauro Bertoli), è una delle ultime esibizioni della band. Impressionati dallo stile canoro del giovane Fogli e dalla sua tecnica al basso, dopo il concerto i musicisti del complesso dei Pooh gli chiedono di entrare nella formazione in sostituzione di Gilberto Faggioli, che già da qualche tempo si trova in forte divergenza con le scelte musicali dei compagni e per ciò è stato estromesso dal sodalizio. Di contro, i componenti della band a cui fa capo Fogli, senza un contratto discografico e attraversati da un clima di smobilitazione, dovuto alle ristrettezze economiche, sono in procinto di sciogliere la band. Il passaggio di Riccardo Fogli nel ruolo di bassista da una formazione all’altra avviene non senza compromessi: Saggini e soci chiedono a Valerio Negrini di accollarsi le rate del furgone della band che ancora stavano finendo di pagare. Così il complesso dei Pooh si ritrova con un nuovo bassista, che in dotazione, oltre al furgone e alle ammiratrici, porta pure la canzone Nel buio, cover di I looked in the mirror, che i Pooh inseriranno sia nella scaletta dei concerti sia nel primo album, Per quelli come noi, uscito nell’ottobre del 1966. Il ruolo di Riccardo nel primo LP della band è comunque marginale; si occupa dei cori e delle parti di basso dei brani non ancora registrati. Alcune canzoni erano infatti già state incise e pubblicate in precedenza. Fra i brani che rimangono fuori dal disco, spicca I cinque orsacchiotti, nel quale i 5 musicisti, a turno, interpretano una delle strofe (l’ultima viene affidata a Fogli). In seguito, dopo l’abbandono di Mauro Bertoli, il complesso si assesta in quartetto. Escono alcuni singoli di successo, Piccola Katy e In silenzio, entrambi affidati all’interpretazione di Riccardo, il quale diventa leader vocale della band anche nel successivo long playing Contrasto, uscito nel 1969. Riccardo è anche voce principale di Mary Ann, Un minuto prima dell’alba e Goodbye Madame Butterfly. Quando i Pooh incidono Memorie nel 1970, è già chiara la posizione di Riccardo come unica voce della band, il che lascia pochissimo spazio sia a Roby Facchinetti sia a Valerio Negrini. Il ruolo di leader vocale della band si incrina quando il complesso passa alla CGD (catalogo CBS), nel 1970; nel giugno di quell’anno, Riccardo esordisce come solista con il 45 giri Zan zan/I 10 comandamenti dell’amore, inciso con lo pseudonimo Renzo insieme a Virginia, ovvero Viola Valentino, sempre per la Vedette. Il produttore dei Pooh, Giancarlo Lucariello, non volendo lasciare al solo Riccardo il ruolo di voce principale, decide di affidare a Dodi Battaglia il cantato di Tanta voglia di lei, il 45 giri che lancerà il complesso dei Pooh nell’Olimpo della canzone.
A Riccardo viene affidata l’esecuzione vocale del brano Pensiero. Nell’album Opera prima, uscito nel 1971, Riccardo interpreta pure Che favola sei, Alle nove in centro e la prima strofa cantata (dopo il parlato di Valerio Negrini) del brano Opera prima. L’insofferenza al ruolo di comprimario porta Riccardo a lasciare la band nel 1973, nel bel mezzo del tour per l’album Alessandra. Lucariello ha affidato i singoli più importanti del disco ancora a Battaglia, togliendo sempre più spazio a Riccardo, che comunque ha il proprio spazio in Nascerò con te, Col tempo, con l’età e nel vento, (Cantato in coppia con Battaglia), Donna al buio, bambina al sole, Quando una lei va via e Alessandra, canzoni evergreen del repertorio della band.
Dopo i Pooh: 1973-1979
A questo punto Fogli nei Pooh si sente come un re senza corona e, aiutato dai consigli di Patty Pravo, all’epoca divenuta la sua amante, che lo convince a lasciare il gruppo per intraprendere la carriera solista, si separa definitivamente dalla band. Nel 1973, mentre i Pooh pubblicano il pluridecorato Parsifal, proposto anche in una fortunata tournée americana, Riccardo Fogli battezza il proprio esordio da solista con un LP che rimane pressoché sconosciuto, Ciao amore, come stai. Da questo album vengono estratti alcuni singoli, ma la scelta di Fogli sembra rivelarsi un fallimento, abbandonare un gruppo destinato a lasciare un segno indelebile nella storia per far musica per conto proprio, senza avere riscontri né dal pubblico né dalla critica. Nel 1974 partecipa al Festival di Sanremo col brano Complici, di Carla Vistarini e Luigi Lopez, a cui fa seguito un brano dal sapore progressive, Amico sei un gigante. L’anno successivo pubblica il singolo Guardami (con il quale partecipa a Un disco per l’estate), un brano che rimanda molto agli anni sessanta che stenta a trovare spazio nei juke box. Un disco, interamente cantato in spagnolo, delle canzoni dei primi anni di Fogli, segue le incisioni italiane. Nel 1976 arriva una svolta nella carriera di Fogli: il 45 giri Mondo, brano di Carla Vistarini e Luigi Lopez, diventa un successo e il nome dell’ex bassista dei Pooh comincia finalmente a circolare nei grossi circuiti nazionali. Grazie a Mondo, il cantante entra nella Top Ten della Hit Parade e partecipa al Festivalbar, ritirando il Premio Disco Verde. Sempre in quell’anno, pubblica il suo secondo LP, intitolato semplicemente Riccardo Fogli, che include fra le altre una canzone del suo periodo nei Pooh, In silenzio, che viene rivisitata in una particolare versione rallentata, con una sezione orchestrale a far di contorno. L’intro ricorda però Infiniti noi dei Pooh, pubblicata nel 1973. Nel disco trovano spazio anche Mi manca, brano scritto da Umberto Tozzi che verrà incluso sia nell’album dell’artista toscano sia in quello del giovane cantautore torinese. Fra le due versioni, l’unica differenza sarà il testo, leggermente modificato dal paroliere Giancarlo Bigazzi. Con Giancarlo Lucariello che produce i suoi dischi, Riccardo torna in auge e pubblica nel 1977 il singolo Stella di Carla Vistarini e Luigi Lopez, che diventa una hit importante della sua carriera, anche se con successo inferiore al precedente Mondo. Il seguente LP, Il sole, l’aria, la luce, il cielo, esce nel 1977 e segna una tappa importante della carriera di Fogli, forse vagamente datato per il periodo nel quale è uscito, ma che delinea i contorni dell’ex ragazzo del ’66. Nel disco sono incluse canzoni come Anna ti ricordi, Il giorno comincia qui, Ricordati, Paola, le ultime due vanno a comporre il 45 giri uscito in seguito per promuovere il disco. Gran parte dei brani vengono affidati alla penna della poetessa Carla Vistarini e di vari autori delle musiche. Riccardo scrive i testi di sole due canzoni, l’eterea e emozionante Vendo sogni e Dolce straniera. Nel 1978 esce la raccolta Io ti porto via, che include quattro canzoni inedite tra le quali la title-track. Il grande successo arriva nel 1979, con il singolo Che ne sai, che rimane per moltissimo tempo nelle prime posizioni in classifica, accompagnando il successo dell’omonimo LP nel quale si trovano anche due brani firmati dall’ex compagno di gruppo Roby Facchinetti. Fogli lascia un’impronta importante di sé come interprete raffinato e gentile della canzone italiana, negli anni del cantautorato, del punk, dei giovani ribelli, e si presenta sia nella musica sia nell’abbigliamento come un giovane damerino in frac, proprio come nella copertina del disco. Altri singoli importanti sono Pace, Non mi lasciare e Che amore vuoi che sia. La maggior parte dei brani è composta da Maurizio Fabrizio, che si occupa anche degli arrangiamenti, e dal paroliere Guido Morra, già autore dei testi delle canzoni di Gianni Togni. Sempre nel 1979 dovrebbe uscire l’album Matteo, prodotto da Fogli e Marcello Aitiani, con testi scritti interamente da Fogli, ma il disco viene bloccato dall’etichetta discografica perché ritenuto troppo “diverso” (si tratta di un concept album di rock progressive nel quale si narra la vita di un uomo ripresa al contrario, dalla morte alla nascita, in pratica un disco al contrario rispetto a quello fatto con i Pooh dieci anni prima, ovvero Memorie) dal genere che ha portato alla ribalta Fogli, il pubblico ne sarebbe rimasto spiazzato. Il brano Festa viene incluso in Che ne sai.
Gli anni ottanta
La serie fortunata di Riccardo continua nel 1980 con l’album Alla fine di un lavoro dal quale viene estratto il singolo Ti amo però, oltre a Scene da un amore e al brano eponimo del disco. Anche Fogli partecipa alla stesura dei testi. L’anno seguente esce Campione, album che consacra Riccardo Fogli come interprete della canzone italiana. Da questo LP, infatti, viene estratta Malinconia, canzone che vince La Vela d’Oro, il Telegatto e il Disco di Platino. Nel 1982 partecipa al Festival di Sanremo e vince con Storie di tutti i giorni, canzone che in molti vedevano come vincitrice annunciata. La vittoria sanremese, peraltro, è abilmente costruita dal produttore Lucariello, che curò i dettagli della canzone, dal suono di chitarra elettrica contrapposto a un giro di pianoforte classico, dall’abbigliamento elegante di Fogli durante la serata finale, all’accompagnamento di un chitarrista di matrice rock di grande effetto come Roberto Puleo. Le polemiche a seguire (si parlò di una vittoria comprata dall’etichetta discografica) non minano la popolarità del brano, che balza in cima alla classifica italiana, regalando a Fogli il Premio Bettino Ricasoli per la qualità letteraria del testo, il Telegatto, il Premio Radio Corriere TV e il disco d’oro. Il successo del brano permette al cantante di esibirsi l’anno successivo all’Eurovision Song Contest, manifestazione canora europea che vedeva la partecipazione, come rappresentante dell’Italia, proprio del gruppo o dell’artista vincitore a Sanremo. Il 1982 segna inoltre l’uscita di due album: il primo, Collezione, comprende la vincitrice di Sanremo e i brani migliori di quel periodo; l’altro, Compagnia, ha in totale dieci brani, dei quali cinque inediti e cinque già incisi da altri cantanti. I brani già editi hanno un filo conduttore comune, essendo stati scritti da vari autori: Luigi Lopez e Carla Vistarini per La voglia di sognare (originale di Ornella Vanoni del 1974), Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio per il brano Per amarti (originale di Mia Martini del 1977), Roby Facchinetti e Valerio Negrini per Nascerò con te (originale dei Pooh, con lui come voce solista, del 1972), Dario Baldan Bembo per Tu cosa fai stasera (originale dello stesso Baldan Bembo a Sanremo 1981), e ancora Lopez e Vistarini per Io voglio vivere (originale di Alice del 1975). Le canzoni nuove sono la stessa Compagnia, di Guido Morra e Maurizio Fabrizio, canzone velata di una nostalgia per le cose e per il tempo che passa, tematiche preferite dal nostro. Poi Come cambia in fretta il cielo, una canzone che sembra presa dal repertorio dei Pooh, scritta da Maurizio Piccoli e Maurizio Fabrizio e Altri Tempi (anche qui il rimpianto per il passato), Un angelo e Donne. Il disco è stato registrato negli studi della CGD e prodotto da Giancarlo Lucariello. Fogli partecipa all’Eurovision Song Contest 1983 con Per Lucia (scritta dallo stesso Fogli con Maurizio Fabrizio e Vincenzo Spampinato), brano che si piazza all’11º posto. Il tema, nell’immaginario degli autori, è una lettera scritta a una ragazza che vive oltrefrontiera, a Berlino Est. Nel 1984 è uscito l’album Torna a sorridere (di cui fa parte l’omonima canzone presentata al Festivalbar), mentre l’anno seguente è stata la volta di 1985, all’interno del quale è inclusa la canzone sanremese Sulla buona strada, che ottiene un ottimo riscontro piazzandosi al quarto posto nella kermesse; in estate presenta al Festivalbar il brano Dio come vorrei, non incluso nell’album. Nel 1987, per promuovere il disco Le infinite vie del cuore, Fogli si riunisce ai Pooh per la realizzazione del singolo Giorni cantati. Successivamente escono altri album: Amori di guerra (1988), la raccolta Non finisce così (1989), che include il brano presentato quell’anno a Sanremo, e Sentirsi uniti (1990), nel quale è incluso Ma quale amore, anch’esso in gara al Festival.
La serie fortunata di Riccardo continua nel 1980 con l’album Alla fine di un lavoro dal quale viene estratto il singolo Ti amo però, oltre a Scene da un amore e al brano eponimo del disco. Anche Fogli partecipa alla stesura dei testi. L’anno seguente esce Campione, album che consacra Riccardo Fogli come interprete della canzone italiana. Da questo LP, infatti, viene estratta Malinconia, canzone che vince La Vela d’Oro, il Telegatto e il Disco di Platino. Nel 1982 partecipa al Festival di Sanremo e vince con Storie di tutti i giorni, canzone che in molti vedevano come vincitrice annunciata. La vittoria sanremese, peraltro, è abilmente costruita dal produttore Lucariello, che curò i dettagli della canzone, dal suono di chitarra elettrica contrapposto a un giro di pianoforte classico, dall’abbigliamento elegante di Fogli durante la serata finale, all’accompagnamento di un chitarrista di matrice rock di grande effetto come Roberto Puleo. Le polemiche a seguire (si parlò di una vittoria comprata dall’etichetta discografica) non minano la popolarità del brano, che balza in cima alla classifica italiana, regalando a Fogli il Premio Bettino Ricasoli per la qualità letteraria del testo, il Telegatto, il Premio Radio Corriere TV e il disco d’oro. Il successo del brano permette al cantante di esibirsi l’anno successivo all’Eurovision Song Contest, manifestazione canora europea che vedeva la partecipazione, come rappresentante dell’Italia, proprio del gruppo o dell’artista vincitore a Sanremo. Il 1982 segna inoltre l’uscita di due album: il primo, Collezione, comprende la vincitrice di Sanremo e i brani migliori di quel periodo; l’altro, Compagnia, ha in totale dieci brani, dei quali cinque inediti e cinque già incisi da altri cantanti. I brani già editi hanno un filo conduttore comune, essendo stati scritti da vari autori: Luigi Lopez e Carla Vistarini per La voglia di sognare (originale di Ornella Vanoni del 1974), Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio per il brano Per amarti (originale di Mia Martini del 1977), Roby Facchinetti e Valerio Negrini per Nascerò con te (originale dei Pooh, con lui come voce solista, del 1972), Dario Baldan Bembo per Tu cosa fai stasera (originale dello stesso Baldan Bembo a Sanremo 1981), e ancora Lopez e Vistarini per Io voglio vivere (originale di Alice del 1975). Le canzoni nuove sono la stessa Compagnia, di Guido Morra e Maurizio Fabrizio, canzone velata di una nostalgia per le cose e per il tempo che passa, tematiche preferite dal nostro. Poi Come cambia in fretta il cielo, una canzone che sembra presa dal repertorio dei Pooh, scritta da Maurizio Piccoli e Maurizio Fabrizio e Altri Tempi (anche qui il rimpianto per il passato), Un angelo e Donne. Il disco è stato registrato negli studi della CGD e prodotto da Giancarlo Lucariello. Fogli partecipa all’Eurovision Song Contest 1983 con Per Lucia (scritta dallo stesso Fogli con Maurizio Fabrizio e Vincenzo Spampinato), brano che si piazza all’11º posto. Il tema, nell’immaginario degli autori, è una lettera scritta a una ragazza che vive oltrefrontiera, a Berlino Est. Nel 1984 è uscito l’album Torna a sorridere (di cui fa parte l’omonima canzone presentata al Festivalbar), mentre l’anno seguente è stata la volta di 1985, all’interno del quale è inclusa la canzone sanremese Sulla buona strada, che ottiene un ottimo riscontro piazzandosi al quarto posto nella kermesse; in estate presenta al Festivalbar il brano Dio come vorrei, non incluso nell’album. Nel 1987, per promuovere il disco Le infinite vie del cuore, Fogli si riunisce ai Pooh per la realizzazione del singolo Giorni cantati. Successivamente escono altri album: Amori di guerra (1988), la raccolta Non finisce così (1989), che include il brano presentato quell’anno a Sanremo, e Sentirsi uniti (1990), nel quale è incluso Ma quale amore, anch’esso in gara al Festival.
1991-1999: gli anni novanta
Nel 1991 Fogli partecipa nuovamente al Festival di Sanremo con un brano introspettivo, Io ti prego di ascoltare, che viene incluso insieme a Dimmi chi sei e A metà del viaggio in un album, intitolato come quest’ultimo pezzo, dove vengono rivisitati molti dei suoi grandi successi; A metà del viaggio segna la fine della collaborazione con lo storico produttore Giancarlo Lucariello. Sempre nello stesso anno incide Amici, brano scritto da Roby Facchinetti e Valerio Negrini, interpretato a due voci con Marcella Bella e incluso nell’album della cantante, intitolato Sotto il vulcano. Riccardo Fogli torna a Sanremo nel 1992 con In una notte così (inizialmente destinata a Mia Martini). Viene poi pubblicato l’album Teatrino meccanico, che include anche Voglio le tue mani (singolo del quale viene girato un video clip che preannuncia la partecipazione a Un disco per l’estate). Il cantante incide poi per il mercato spagnolo Sabrás, nota in Italia come Saprai nella versione a due voci di Fiordaliso e Roby Facchinetti e ora eseguita da Fogli e dalla stessa cantante in lingua spagnola. Nonostante le buone critiche (che parlano di un artista raffinato e fuori dagli schemi della musica attuale) e i vari riconoscimenti come il Premio Calidario del Casinò Municipale di Sanremo, la Targa Ciano Montello, la Targa San Vincenzo e la Targa Colle di Fuori, la popolarità e la vendita dei dischi di Fogli sembra affievolirsi sempre più. L’artista pubblica allora Nella fossa dei leoni, disco dalle sonorità tipicamente elettriche, del quale fanno parte Ombre sopra i muri e Caro amore mio (da questo disco viene tratto il singolo Storia di un’altra storia). Del 1995 è invece Fogli su Fogli, un album interessante poiché unplugged, ovvero suonato in presa diretta con grandi sessioni di musicisti: vi prendono parte, oltre alla storica band di Fogli (Roby Facini, Ugo Maria Manfredi, Pietro Cantarelli e Alessandro Ravasini), anche Massimo Luca, Vince Tempera e Claudio Pascoli, insieme con Giovanni Pezzoli e Andrea Fornili degli Stadio, e un quartetto d’archi. Nel disco trovano posto molti successi riarrangiati in chiave acustica e due inediti: Quando sei sola e Monica (destinata a partecipare al Disco per l’Estate). L’anno seguente si ripresenta a Sanremo con Romanzo (brano confinato in diciannovesima posizione), anticipando l’omonimo album. Nel 1998 esce, quasi in sordina, Ballando, un disco (di sole sette canzoni) ben suonato ma che viene presto dimenticato, anche a causa delle vendite quasi nulle. Mentre nel 1999 la rivista specializzata Raro! pubblica in tiratura limitata a mille copie la versione rimasterizzata in CD del precedente concept album Matteo, registrato nel 1978 e abortito all’epoca.
Nel 1991 Fogli partecipa nuovamente al Festival di Sanremo con un brano introspettivo, Io ti prego di ascoltare, che viene incluso insieme a Dimmi chi sei e A metà del viaggio in un album, intitolato come quest’ultimo pezzo, dove vengono rivisitati molti dei suoi grandi successi; A metà del viaggio segna la fine della collaborazione con lo storico produttore Giancarlo Lucariello. Sempre nello stesso anno incide Amici, brano scritto da Roby Facchinetti e Valerio Negrini, interpretato a due voci con Marcella Bella e incluso nell’album della cantante, intitolato Sotto il vulcano. Riccardo Fogli torna a Sanremo nel 1992 con In una notte così (inizialmente destinata a Mia Martini). Viene poi pubblicato l’album Teatrino meccanico, che include anche Voglio le tue mani (singolo del quale viene girato un video clip che preannuncia la partecipazione a Un disco per l’estate). Il cantante incide poi per il mercato spagnolo Sabrás, nota in Italia come Saprai nella versione a due voci di Fiordaliso e Roby Facchinetti e ora eseguita da Fogli e dalla stessa cantante in lingua spagnola. Nonostante le buone critiche (che parlano di un artista raffinato e fuori dagli schemi della musica attuale) e i vari riconoscimenti come il Premio Calidario del Casinò Municipale di Sanremo, la Targa Ciano Montello, la Targa San Vincenzo e la Targa Colle di Fuori, la popolarità e la vendita dei dischi di Fogli sembra affievolirsi sempre più. L’artista pubblica allora Nella fossa dei leoni, disco dalle sonorità tipicamente elettriche, del quale fanno parte Ombre sopra i muri e Caro amore mio (da questo disco viene tratto il singolo Storia di un’altra storia). Del 1995 è invece Fogli su Fogli, un album interessante poiché unplugged, ovvero suonato in presa diretta con grandi sessioni di musicisti: vi prendono parte, oltre alla storica band di Fogli (Roby Facini, Ugo Maria Manfredi, Pietro Cantarelli e Alessandro Ravasini), anche Massimo Luca, Vince Tempera e Claudio Pascoli, insieme con Giovanni Pezzoli e Andrea Fornili degli Stadio, e un quartetto d’archi. Nel disco trovano posto molti successi riarrangiati in chiave acustica e due inediti: Quando sei sola e Monica (destinata a partecipare al Disco per l’Estate). L’anno seguente si ripresenta a Sanremo con Romanzo (brano confinato in diciannovesima posizione), anticipando l’omonimo album. Nel 1998 esce, quasi in sordina, Ballando, un disco (di sole sette canzoni) ben suonato ma che viene presto dimenticato, anche a causa delle vendite quasi nulle. Mentre nel 1999 la rivista specializzata Raro! pubblica in tiratura limitata a mille copie la versione rimasterizzata in CD del precedente concept album Matteo, registrato nel 1978 e abortito all’epoca.
Il terzo millennio
Nel 2001 Storie di tutti i giorni è stato reinterpretato dalla cantante israeliana Dana International. Il pezzo, nella versione ebraica, prende il titolo di Tagid Li Mi (Dimmi Chi). Nello stesso anno partecipa alla trasmissione La notte vola, gara musicale tra i brani più famosi degli anni ottanta, nella quale presenta Storie di tutti i giorni e arriva in finale. Dopo una serie di raccolte antologiche e un disco dal vivo del 2002, il nome di Riccardo Fogli torna a circolare con la vittoria del reality show Music Farm, condotto da Amadeus nel maggio del 2004. In seguito, come premio, gli viene concessa la pubblicazione di un CD con le migliori interpretazioni realizzate nel programma di Rai 2. Nel giugno del 2001 si esibisce al Lombardia Festival (direttori artistici: Luigi e Carmelo Pistillo). Nel 2005 è stato pubblicato l’album in studio Ci saranno giorni migliori, prodotto da un’importante emittente radiotelevisiva italiana. Gran parte dei brani del disco sono scritti dal cantautore Gatto Panceri, Riccardo firma il testo di Profumo di lei. Si aggregano anche Dodi Battaglia, che firma le musiche e suona la chitarra in Amori belli, amori brutti e Fio Zanotti (arrangiatore anche dei Pooh) in Per te io canto. Viene estratto anche il singolo Non finisce qui, mentre Io non canto (senza te) è una versione diversa del brano già presentato l’anno precedente (per la stessa etichetta) da Dennis Fantina. Questo nuovo lavoro frutta a Fogli il Premio Speciale ai Venice Music Awards. Nel 2008 esce Riccardo Fogli Libro+Cd: si tratta di un cofanetto contenente un CD con alcuni estratti dal suo repertorio (Piccola Katy, Malinconia, Storie di tutti i giorni, Non finisce così, Quando sei sola, ecc.) e un libretto autobiografico in cui sono raccolti degli aneddoti della sua vita. Il 7 luglio 2010, dopo cinque anni di lavorazione, esce per le Edizioni Pendragon il primo libro biografico su Riccardo Fogli, da lui autorizzato e in parte scritto: Fogli di vita e di musica, firmato dal giornalista Fabrizio Marcheselli e dalla “storica” fan Sabrina Panti, contenente fra l’altro la discografia completa e delle foto rare, una prefazione di Giorgio Panariello e testimonianze inedite di vari personaggi dello spettacolo. Nel 2013 ha preso parte al talent show Tale e quale show, nel quale interpreta diversi artisti, tra i quali Ivano Fossati e la sua ex fiamma Patty Pravo.
Nel 2001 Storie di tutti i giorni è stato reinterpretato dalla cantante israeliana Dana International. Il pezzo, nella versione ebraica, prende il titolo di Tagid Li Mi (Dimmi Chi). Nello stesso anno partecipa alla trasmissione La notte vola, gara musicale tra i brani più famosi degli anni ottanta, nella quale presenta Storie di tutti i giorni e arriva in finale. Dopo una serie di raccolte antologiche e un disco dal vivo del 2002, il nome di Riccardo Fogli torna a circolare con la vittoria del reality show Music Farm, condotto da Amadeus nel maggio del 2004. In seguito, come premio, gli viene concessa la pubblicazione di un CD con le migliori interpretazioni realizzate nel programma di Rai 2. Nel giugno del 2001 si esibisce al Lombardia Festival (direttori artistici: Luigi e Carmelo Pistillo). Nel 2005 è stato pubblicato l’album in studio Ci saranno giorni migliori, prodotto da un’importante emittente radiotelevisiva italiana. Gran parte dei brani del disco sono scritti dal cantautore Gatto Panceri, Riccardo firma il testo di Profumo di lei. Si aggregano anche Dodi Battaglia, che firma le musiche e suona la chitarra in Amori belli, amori brutti e Fio Zanotti (arrangiatore anche dei Pooh) in Per te io canto. Viene estratto anche il singolo Non finisce qui, mentre Io non canto (senza te) è una versione diversa del brano già presentato l’anno precedente (per la stessa etichetta) da Dennis Fantina. Questo nuovo lavoro frutta a Fogli il Premio Speciale ai Venice Music Awards. Nel 2008 esce Riccardo Fogli Libro+Cd: si tratta di un cofanetto contenente un CD con alcuni estratti dal suo repertorio (Piccola Katy, Malinconia, Storie di tutti i giorni, Non finisce così, Quando sei sola, ecc.) e un libretto autobiografico in cui sono raccolti degli aneddoti della sua vita. Il 7 luglio 2010, dopo cinque anni di lavorazione, esce per le Edizioni Pendragon il primo libro biografico su Riccardo Fogli, da lui autorizzato e in parte scritto: Fogli di vita e di musica, firmato dal giornalista Fabrizio Marcheselli e dalla “storica” fan Sabrina Panti, contenente fra l’altro la discografia completa e delle foto rare, una prefazione di Giorgio Panariello e testimonianze inedite di vari personaggi dello spettacolo. Nel 2013 ha preso parte al talent show Tale e quale show, nel quale interpreta diversi artisti, tra i quali Ivano Fossati e la sua ex fiamma Patty Pravo.
Reunion con i Pooh (2015-2016)
Nel 2015, dopo 42 anni di assenza, è rientrato nei Pooh per il tour “Reunion” del 2016, organizzato per celebrare il cinquantesimo anno di attività del gruppo: oltre a suonare in tutte le date del tour, Riccardo incide con i Pooh delle nuove versioni a cinque voci di classici della band quali Pensiero, Noi due nel mondo e nell’anima, Chi fermerà la musica, Piccola Katy e Pierre, oltre ai quattro brani inediti presenti nel triplo cd/DVD live Pooh 50 – L’ultima notte insieme Tante storie fa, Le cose che vorrei, Ancora una canzone e Traguardi. Il 31 gennaio 2017, una volta conclusa l’esperienza “Reunion” con i Pooh, Riccardo pubblica per Sperling & Kupfer l’autobiografia Un uomo che ha vissuto – Storie di tutti i miei giorni. Il 3 novembre 2017 esce l’album Insieme, realizzato in collaborazione con Roby Facchinetti. Con quest’ultimo partecipa anche al Festival di Sanremo 2018, presentando l’inedito Il segreto del tempo e successivamente incluso nell’edizione speciale di Insieme. Nel 2019, prende parte alla quattordicesima edizione del reality show di Canale 5, L’isola dei famosi, condotto da Alessia Marcuzzi. Il 27 novembre 2020 esce una nuova versione rivisitata di Mondo, primo successo contenuto nell’album A metà del viaggio del 1991; al progetto ha collaborato Dodi Battaglia. Il 19 marzo 2021 Fogli ha pubblicato il singolo La tenerezza 93, dedicato al figlio. Il successivo 2 luglio è stata la volta di Maledetto l’amore.
Nel 2015, dopo 42 anni di assenza, è rientrato nei Pooh per il tour “Reunion” del 2016, organizzato per celebrare il cinquantesimo anno di attività del gruppo: oltre a suonare in tutte le date del tour, Riccardo incide con i Pooh delle nuove versioni a cinque voci di classici della band quali Pensiero, Noi due nel mondo e nell’anima, Chi fermerà la musica, Piccola Katy e Pierre, oltre ai quattro brani inediti presenti nel triplo cd/DVD live Pooh 50 – L’ultima notte insieme Tante storie fa, Le cose che vorrei, Ancora una canzone e Traguardi. Il 31 gennaio 2017, una volta conclusa l’esperienza “Reunion” con i Pooh, Riccardo pubblica per Sperling & Kupfer l’autobiografia Un uomo che ha vissuto – Storie di tutti i miei giorni. Il 3 novembre 2017 esce l’album Insieme, realizzato in collaborazione con Roby Facchinetti. Con quest’ultimo partecipa anche al Festival di Sanremo 2018, presentando l’inedito Il segreto del tempo e successivamente incluso nell’edizione speciale di Insieme. Nel 2019, prende parte alla quattordicesima edizione del reality show di Canale 5, L’isola dei famosi, condotto da Alessia Marcuzzi. Il 27 novembre 2020 esce una nuova versione rivisitata di Mondo, primo successo contenuto nell’album A metà del viaggio del 1991; al progetto ha collaborato Dodi Battaglia. Il 19 marzo 2021 Fogli ha pubblicato il singolo La tenerezza 93, dedicato al figlio. Il successivo 2 luglio è stata la volta di Maledetto l’amore.